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Accoglienza dei profughi ucraini, il progetto della cooperazione trentina

"Un progetto di medio termine per evitare che l'emotività del momento si esaurisca". Nelle strutture a disposizione ci saranno servizi per rendere meno traumatica la lontananza da casa

“Un progetto di medio termine per evitare che l’emotività del momento si esaurisca e poi non ci siano più risorse per gestire queste persone e farle integrare nella nostra comunità”. È il progetto di Cooperazione trentina presentato giovedì 17 marzo per l’accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra e in arrivo sul territorio trentino. Un centinaio le persone che verranno accolte con il progetto nelle prossime settimane.

Il sistema cooperativo, attraverso le proprie strutture, si faranno carico dei tanti aspetti pratici che riguardano il soggiorno: dalla disponibilità di un’abitazione dignitosa, alla mediazione linguistica, dal supporto psicologico all’accudimento dei bambini, fino al buono per la spesa alimentare in Famiglia cooperativa.

“Abbiamo ricevuto tante sollecitazioni dalle cooperative e dai consorzi che si sono messi a disposizione con spontaneità per dare un contributo in questa situazione di emergenza - ha detto Germano Preghenella, vicepresidente della Federazione trentina della Cooperazione -. Noi ci siamo concentrati sull’accoglienza ma anche sul medio periodo, cioè sulla fase che segue e che comprende l’inclusione e l’integrazione. Stiamo infatti cercando di strutturare una rete di appartamenti sul territorio che permetta a chi arriva di ricreare l’intimità familiare: l’orizzonte temporale su cui lavorare non sarà breve”. L’intermediazione della federazione mira anche a sollevare le cooperative, le organizzazioni e i privati che mettono a disposizione appartamenti dalle incombenze burocratiche e amministrative, come i contratti e le bollette.

L’iniziativa prende le mosse dalla disponibilità di immobili offerti gratuitamente da casse rurali, Comuni e privati cittadini. Gli appartamenti verranno presi in carico dalla Federazione, con contratto di comodato gratuito o similare, che a sua volta li renderà disponibili per gli ospiti.

Il punto di partenza: l’ex convento di Arsio in val di Non

Un primo elenco di immobili è già disponibile. Sono per lo più strutture in proprietà delle casse rurali: la più rilevante è un ex convento di proprietà della cassa rurale Novella Alta Anaunia ad Arsio, frazione di Brez in val di Non, che può ospitare una quarantina di persone. La Cassa si farà carico anche dei costi delle utenze.

Sarà una struttura di tipo alberghiero dove potranno trovare ospitalità persone per brevi periodi. L’intervento sarà finanziato in parte dal consorzio Melinda, dalla cassa rurale valle di Non e dal Comune di Novella, mentre la cooperativa Kaleidoscopio si occuperà dell’organizzazione generale e dei servizi dedicati.

Altri immobili sono offerti dalla cassa rurale Alto Garda Rovereto (due appartamenti) e dalla rurale Alta Valsugana. Anche il Comune di Borgo Chiese ha manifestato la possibilità di mettere a disposizione quattro o cinque alloggi, che saranno gestiti dalla cooperativa Incontra di Tione.

“Il tema è quello della chiamata - ha aggiunto Michele Odorizzi, presidente cooperativa sociale Kaleidoscopio - perché ciascuno di noi sente la responsabilità di mettere a disposizione quello che ha per far fronte a questa crisi umanitaria. Cureremo l’accoglienza e tutte quelle facilitazioni amministrative che consentiranno agli ospiti di spostarsi sul territorio, di mandare i figli a scuola, di avere innesti professionali e quant’altro di cui ci sarà bisogno”.

Un progetto integrato

L’iniziativa intende farsi carico di tutti gli aspetti legati al soggiorno di persone in condizioni di grande stress emotivo e spesso prive di risorse economiche. Nella gestione degli appartamenti e nella predisposizione dei servizi sono coinvolte tutte le componenti della cooperazione trentina. Il Consorzio lavoro ambiente (Cla) gestirà in particolare l’adeguamento delle strutture: pulizia, sistemazione, eventuale mobilio e suppellettili. Le cooperative sociali coordinate dal consorzio Consolida garantiranno i servizi di prima necessità: mediazione linguistica, supporto psicologico, assistenza bambini, servizi per l’infanzia.

Queste persone avranno la possibilità di fare la spesa in famiglia cooperativa, usufruendo di buoni messi a disposizione dalla cooperazione di consumo. Ogni supermercato potrà eventualmente integrare la cifra con proprie iniziative.

Si ipotizza la compartecipazione al finanziamento del progetto al 50% a carico del sistema cooperativo e altrettanto da parte dell’ente pubblico attraverso Cinformi. La Cooperazione si avvarrà anche del sostegno del fondo con finalità sociali alimentato dalla bolletta etico-solidale Etika.

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