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Bottiglie, mozziconi e rifiuti abbandonati vicino al rifugio Stivo: l'appello del gestore

Alberto: «C'è una percentuale di persone che non ha la cultura della montagna»

L'ennesimo gesto di maleducazione e inciviltà al rifugio Stivo, nel comune di Arco, si è consumato nel fine settimana tra sabato 6 e domenica 7 marzo. Il gestore Alberto, con la sua solita ironia, ha pubblicato un post su Instagram per portare alla luce questo fenomeno sgradevole e per sensibilizzare a non abbandonare i rifiuti in montagna, né tantomeno a ridosso del suo rifugio tenuto e curato con tanta passione e dedizione. 

Abbandono rifiuti al Rifugio Stivo

ATTENZIONE, POST FASTIDIOSO E CATÌO COME EL VELEN!

••• Linguaggio non adatto ai minori e alle persone particolarmente sensibili: le categorie sopra menzionate sono invitate a cambiare canale •••

Allora, gentile categoria di avventori sbadati altrimenti definibile come "categoria mon*": arrivare su al rifugio, a casa nostra e anche di tutti gli avventori e degli escursionisti per bene e trovare bottiglie vuote, sigarette e mondezza varia (fazzoletti usati, mascherine, pezzi di robe che no so mia cosa che le è, RESTI DI FALÒ PRODOTTI CON LA NOSTRA LEGNA CHE TAGLIAMO E PORTIAMO SU CON L'ELICOTTERO A NOSTRE SPESE 🤬🤬🤬) ci rende particolarmente fastidiosi e tendenti al vituperio e a ingiurie ignomignose (tradotto: ostie e brute parole).
I fatti sono i seguenti: in montagna i propri rifiuti vanno portati a valle, è scritto ovunque ed è risaputo. La buttiamo sul ridere e ci dispiace far polemica ma già questo è un periodo de merd*, cerchiamo almeno di rispettare il lavoro e la fatica degli altri. Vedrete che si vivrà tutti meglio e in armonia.
Grazie mille,
Albi e staff

Se ve becco i è #botedaorbi😇

PS Grazie mille a tutti coloro, e sono la maggior parte, che sono educati, gentili e rispettosi. Il nostro è un bel lavoro anche perché il più delle volte abbiamo a che fare con queste persone😘

«C'è da dire che la spazzatura la trovo sempre» confida Alberto, «questo giro ho trovato tutte quelle bottiglie e allora ho voluto scrivere un post per far capire alla gente che non è carino fare così. Noi portiamo le cose al rifugio in spalle e con l'elicottero, poi la spazzatura va riportata giù, sempre da noi». Il rifornimento e lo smaltimento della spazzatura di un rifugio in montagna è piuttosto complicato, rispetto a come avviene per un locale di paese. E se le persone che hanno abbandonato tutte quelle bottiglie le hanno portate fino a lì piene, riportarle a valle vuote non sarebbe stato così complicato. 

Alberto gestisce il rifugio da novembre 2017, come tutti, in emergenza sanitaria e in zona arancione, può lavorare con l'asporto e funzionare come albergo con colazione e cena. Già la situazione che lui, come molti altri imprenditori, sta affrontando non è facile, vedere che alcuni mancano di rispetto abbandonando i rifiuti in giro per la montagna e sottraendo la legna da lui e dal suo staff accatastata per il rifugio, crea di certo del nervosismo. «C'è una percentuale di persone che non ha la cultura della montagna» continua Alberto, «ricordo che il mio cuoco una volta ha assistito alle lamentele di una signora perché non trovava un cestino. In un rifugio dove arrivi camminando per 2 ore, non funziona come un locale in centro storico. Se lo si trova curato è perché chi c'è dietro lavora seriamente».

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