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Martedì, 19 Marzo 2024
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Il green pass per lavorare: tamponi a carico e stipendi sospesi

Il provvedimento scatterà da ottobre: il governo decide su tamponi e licenziamenti. Cgil, Cisl e Uil avrebbero preferito l'obbligo vaccinale, ma secondo quanto si apprende Draghi avrebbe constatato la difficoltà nei controlli

Mentre il Senato approvava in via definitiva il primo decreto Green Pass (189 sì, tra cui anche quelli della Lega) il Governo ha esposto ai sindacati l'estensione dell'obbligo di certificazione verde per tutti i posti di lavoro. Se infatti è da mercoledì 15 settembre convertito in legge il decreto che ha imposto il green pass per accede ai ristoranti al chiuso e nei musei, con due modifiche che hanno esteso il periodo di validità della certificazione verde da 9 a 12 mesi e prorogato al prossimo 30 novembre la somministrazione di test antigenici rapidi a prezzi calmierati, già giovedì alle 16 il Consiglio dei ministri estenderà l'obbligo di green pass a "tutti i lavoratori pubblici e privati in qualsiasi luogo di lavoro". Lo hanno spiegato i leader sindacali dopo l'incontro con il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi. "Ci hanno spiegato - ha detto il leader della Cgil Maurizio Landini - che per loro è lo strumento per incentivare ed estendere la vaccinazione".

Se il green pass obbligatorio al lavoro era ormai nell'aria da giorni, quello che è in discussione nelle ultime ore sono tre punti salienti: 

  • da quando entrerà in vigore;
  • cosa succederà a chi non avrà il green pass;
  • se i tamponi saranno gratuiti come richiesto dai sindacati.

Giovedì il Cdm approverà il decreto che estenderà l'uso del green pass ai lavoratori del pubblico e del privato. Da quando scatterà però l'obbligo? Sull'entrata in vigore dell'obbligo di green pass per i lavoratori, il governo ha "parlato genericamente di ottobre, non hanno indicato date, hanno detto che la decisione non è stata assunta" ha detto il leader della Cgil Maurizio Landini. Lo strumento per quanto l'esecutivo neghi l'idea di decretare un obbligo vaccinale, nasce per estendere e incentivare una vaccinazione che diventa de facto obbligatoria per il proseguimento non solo della vita sociale ma anche di quella essenziale come il lavoro. Salvo il sottoporsi in maniera regolare al tampone.

Cgil, Cisl e Uil avrebbero preferito l'introduzione per legge dell'obbligo vaccinale, ma secondo quanto si apprende il Governo avrebbe constatato la difficoltà "nel controllare il rispetto dell'obbligo vaccinale su scala nazionale".

E proprio sul tema del tampone e dei provvedimenti per chi non si allinierà alla richiesta di green pass i sindacati hanno chiesto che nei luoghi di lavoro i test siano gratuiti e che non ci siano per gli inadempienti né licenziamenti né demansionamenti strutturali. Tra le altre richieste quello che sia garantito il salario anche ai lavoratori in quaratena: su questo è quanto più necessario un intervento normativo dal momento che - come comunicato dall'Inps - l'istituto di previdenza non ha più fondi per pagare l'integrazione salariale. 

 "Per lavorare non si possono pagare 22 euro ogni due giorni" constata il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri. "Il governo ci ha ringraziato del confronto, non ha dato risposte rispetto al provvedimento definitivo, ci auguriamo che tenga conto di queste riflessioni", spiega il leader della Cgil Landini, aggiungendo che è stato chiesto al governo di valutare eventualmente anche un periodo transitorio. Molto sarà deciso nella cabina di regia convocata per giovedì mattina alle 10:30.

Tamponi a carico e sospensione dallo stipendio

Secondo quanto si apprende il testo base che entrerà in cabina di regia tuttavia prevede tamponi a carico dei lavoratori, per chi, non vaccinato, si sottoporrà ai test per ottenere il green pass con cui recarsi sul posto di lavoro. Esclusi, naturalmente, quei lavoratori che, per comprovati motivi di salute, non possono vaccinarsi. Una scelta di segno opposto a quanto chiesto dalle sigle sindacali. A quanto apprende l'Adnkronos da fonti di governo, il provvedimento dovrebbe prevedere che i tamponi non gravino né sulle casse dello Stato né tantomeno sulle imprese.

Quanto alle sanzioni il testo su cui verrà presa una decisione prevede la sospensione dal lavoro e stop allo stipendio dopo 5 giorni di assenza per coloro che sono sprovvisti di green pass. In sintesi, la stessa linea adottata per la scuola potrebbe invece essere adottata per gli altri lavoratori del pubblico e del privato. Come rivelano fonti di governo, non dovrebbero esserci multe per i lavoratori che si presenteranno ai tornelli sprovvisti di green pass.

Fonte: Today.it

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