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Trentino: in calo il numero dei minori allontanati da casa

Ancora alto il numero dei minori (184) ospitati attualmente nelle strutture residenziali trentine, ma secondo l’Assessore alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re c'è una sensibile riduzione rispetto ai 225 del 2010. Un calo che dimostrerebbe maggiore sensibilità degli operatori sociali trentini verso il valore della famiglia e la prevalenza degli affetti familiari.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

In futuro la rete prossimale di famiglie

Trento. Indicazioni utili sono emerse al convegno "Minori: migliorare si può? Assistenza minorile tra protezione e accoglienza" organizzato da ADIANTUM presso la Sala di Rappresentanza del Palazzo della Regione.

Ancora alto il numero dei minori (184) ospitati attualmente nelle strutture residenziali trentine, ma secondo l'Assessore alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re c'è una sensibile riduzione rispetto ai 225 del 2010. Un calo che dimostrerebbe maggiore sensibilità degli operatori sociali trentini verso il valore della famiglia e la prevalenza degli affetti familiari.

I partecipanti al convegno hanno anche ricevuto in anteprima la notizia degli accordi tra Italia ed Ecuador in merito agli allontanamenti dei minori dalle famiglie. La Professoressa Vincenza Palmieri, Presidente dell'Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, ha collaborato attivamente (per incarico dell'Ambasciata dell'Ecuador) alla definizione delle linee di azione congiunta volta a offrire patrocinio legale e psicopedagogico alle famiglie ecuadoriane i cui figli, proprio di recente, sono stati vittima di allontanamenti ingiustificati disposti dai tribunali minorili.

La dott.ssa Palmieri ha spiegato alla platea dettagliatamente i termini di questo accordo - dai notevoli risvolti di carattere "politico-diplomatico" - ed ha coinvolto in particolar modo gli studenti di sociologia, gli operatori del sociale e anche mamme e papà direttamente interessati.

Significativo l'intervento di Gabriella Maffioletti, Delegata nazionale ADIANTUM per gli enti locali, che ha ricordato a tutti come, quando ha iniziato questa battaglia, fosse sola a combatterla in Trentino, e come oggi stia ricevendo un appoggio sempre crescente da Trento e da tutta Italia. "Pare che le mie fatiche, alla fine, vengano compensate dalla riconoscenza e dalla stima inaspettata di tante persone che mi incoraggiano ad andare avanti", esordisce la Maffioletti. "Nonostante i mille ostacoli frapposti da chi si oppone ad un sistema umano e legale di gestire i problemi delle famiglie, siamo riusciti a far approvare, al Comune di Trento, un ordine del giorno che impegna il Sindaco e la Giunta a implementare servizi domiciliari specifici di supporto alle famiglie e a riconoscere pienamente le potenzialità e le risorse della famiglia". "Inoltre", aggiunge la delegata di ADIANTUM, "abbiamo ottenuto ampi riconoscimenti con la campagna "Mai più un bambino…" ". "Ringrazio anche l'onorevole Giacomo Bezzi e il Parlamentare europeo Remo Sernagiotto per il loro appoggio e sostegno".

E' intervenuto anche l'avvocato Francesco Miraglia (anch'egli nominato dall'Ambasciata dell'Ecuador) che ha lasciato spazio a una mamma e alla lettura della lettera della figlia quattordicenne, nella quale la ragazza raccontava la sua triste esperienza con i servizi sociali e con la psicologa che ha svolto la consulenza tecnica. La sofferenza manifestata dalla bambina a causa delle incomprensioni e dei pregiudizi dei "professionisti" ha fatto capire all'assemblea come il problema degli errori in questo campo venga spesso da una visione "adultocentrica" che non guarda le cose attraverso gli occhi dei bambini.

Molto apprezzato anche l'intervento del dott. Pasquale Borsellino, Direttore dell'Unità Operativa Complessa Infanzia, Adolescenza e Famiglia della Regione Veneto, che ha spiegato la riforma della Regione Veneto e il progetto della creazione di una rete "prossimale" di famiglie, che prende spunto da elementi sociologici di distribuzione delle famiglie nelle città, e ha portato in poco tempo gli affidamenti dei bambini in strutture residenziali dal 50 al 20%. "Rafforzare il concetto di "prossimità familiare", ha affermato il dr. Borsellino, "equivale a valorizzare nuovamente il ruolo del vicinato, che una volta sopperiva anche affettivamente ai momenti di difficoltà di una famiglia e vigilava sulla crescita sana dei bambini".

Il convegno è stato chiuso da Silvio De Fanti, Vicepresidente Comitato Cittadini Diritti Umani, che ha ricordato alla platea che il 10 ottobre si celebra la Giornata mondiale della salute mentale e ha raccontato alcuni degli oltre trenta casi trentini, raccolti dal Comitato in questi anni, in cui operatori incompetenti o negligenti della psichiatria o della psicologia hanno determinato danni gravissimi all'interno delle famiglie.

Interessante anche il dibattito finale, che ha visto molte testimonianze di genitori che hanno sofferto per l'allontanamento dei figli. Commovente la domanda di una studentessa di sociologia: "Voglio fare questo lavoro ma ho visto tanta sofferenza: che cosa possiamo fare per aiutare le famiglie?" Ha risposto il dott. Borsellino: "Per farlo è necessario avere tanta umiltà e coraggio".

Adiantum.it

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