Palestra "a vita". Quando è possibile recedere dal contratto? I consigli del CRTCU
Con la primavera inizia la stagione per mettersi in forma, i consigli del Centro Consumatori di Trento per non rimanere legati "a vita" al contratto
Con la primavera è ufficialmente iniziata la stagione in cui pensare di mettersi in forma in vista dell'estate. Chi non solo lo pensa ma lo fa di solito si iscrive in palestra. Attenzione: ad alleggerirsi potrebbe essere non solo il corpo ma anche il portafogli.
E' questo il messaggio che arriva dal Centro di Ricerca e Tutela Consumatori ed Utenti di Trento che invita a prestare la masima attenzione al contratto sottoscritto prima di mettersi a sotto al bilancere.
Va detto, anzitutto, che in genere, dal contratto di abbonamento stipulato negli uffici della palestra non è possibile recedere, a meno che non sia espressamente previsto, magari dietro pagamento di una penale. La questione diventa più complessa nel caso l'utente voglia sospendere temporaneamente l'abbonamento, per esempio in caso di infortuniio o malattia.
L'esempio, negativo, arriva dalla vicina Bolzano dove il Centro Tutela Consumatori ha portato davanti al giudice una società che prevedeva nei propri contratti, nel caso di recesso e mancato utilizzo della prestazione, il pieno pagamento dell'intera cifra stabilita, anche in casi di infortunio. Una clausola che il giudice confermò essere vessatoria.
Altre perplessità riguardano il contratto di finanziamento legato all'abbonamento. "Ai consulenti del CRTCU capita spesso di dover assistere clienti a cui il finanziamento viene negato e che vengono costretti, dietro minaccia di ricorrere alle vie legali, ad adempiere al contratto, saldando l'intero l'importo immediatamente. questo perché all'interno del contratto è chiaramente esplicitato che qualora il finanziamento non andasse a buon fine, chi firma deve il pagamento dell'abbonamento in un'unica soluzione". Attenzione, dunque, anche a questa possibilità.