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La tragica storia di Tavine, la ninfa che illumina il lago di Garda

Alla scoperta delle origini del celebre toponimo

Al giorno d'oggi è conosciuta come la rinomata località nella zona sud di Salò, ma in pochi conoscono la storia del nome di quest'area non lontana dalle sponde trentine del Garda. Il nome Tavine rimanda non solo al celebre toponimo (o all'altrettanto celebre fonte Tavina), ma anche a storie e leggende che si perdono nella notte dei tempi. Su tutte, quella dell'omonima ninfa, appunto Tavine. Curiosi?

La leggenda della ninfa Tavine

Il nome Tavine deriverebbe da una ninfa, della quale, si legge, tra le tante che abitarono le rive del Garda, un giorno Benaco, figlio del dio del mare Nettuno e di Berenice, capitato per caso sulla spiaggia s'innamorò pazzamente. Tavine però non ne voleva sapere: “Se ne allontanò sprezzante, invaghita com'era di un certo Cissio, un giovane e bel pastore” si legge in alcune narrazioni.

Un epilogo drammatico: quando Benaco vide i due assieme, seduti tra erbe e fiori, si avventò contro Cissio e lo infilzò con il tridente del padre Nettuno, trafiggendogli il cuore. Nel successivo tentativo di inseguire Tavine, fini nel lago di Garda e qui s'inabissò. “Tavine, tornata sui suoi passi – si legge ancora – quando vide Cissio esanime in un lago di sangue, si abbandonò a tale disperazione che gli dei si impietosirono e la convertirono in un elegante salice”. Il povero Cissio, invece, a sua volta fu trasformato in un verde ramo d'edera che subito si arrampicò, circondandolo, al “novello albero”. 

Fonte: Bresciatoday

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