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Funivie sul Bondone, il consiglio blocca altre iniezioni di denaro

La delibera, bocciata dal consiglio, prevedeva la riduzione del capitale sociale di Trento funivie per 2,15 milioni di euro e l'aumento di capitale della spa per 3 milioni e 4 al fine di coprire i buchi

Non passa in consiglio comunale la delibera per la riduzione e il contestuale aumento di capitale nella società Trento Funivie, sul Monte Bondone. Il documento proposto all’aula dall’assessore Fabiano Condini non è passato per un solo voto. La delibera, infatti, ha ottenuto 25 sì, ma ne servivano almeno 26. Il no è arrivato dopo un ampio dibattito in cui è emersa con chiarezza la netta contrarietà di tutta l’opposizione che ha giudicato l’operazione impraticabile perché inutile al rilancio della montagna cittadina, su cui -  è stato detto da tutti i consiglieri di centrodestra intervenuti -  si sono spesi troppi soldi pubblici.

I consiglieri di Pdl, Civica per Trento, Lega Nord e Insieme per Trento hanno parlato di società senza prospettive e di spreco di risorse pubbliche. Contrario anche il consigliere Francesco Porta di Rifondazione comunista. Preoccupazione per la situazione finanziaria della società e, soprattutto, per le politiche di valorizzazione del Bondone sono emerse in maniera marcata anche tra i banchi della maggioranza. I consiglieri di centrosinistra, a parte la consigliera Giovanna Giugni che ha votato no, alla fine hanno trovato compattezza sul voto favorevole, pur rimarcando a più voci un sì condizionato ad un reale e concreto cambio di marcia sulla montagna cittadina nonché sulla società delle funivie.
 
La delibera prevedeva, in sostanza, la riduzione del capitale sociale di Trento funivie per 2,15 milioni di euro e il conseguente aumento di capitale della spa per 3 milioni e 425 mila euro, al fine di coprire i buchi e dotare la spa di nuove risorse. Per il Comune ciò non avrebbe, comunque, prodotto nessun esborso aggiuntivo in quanto Palazzo Thun non avrebbe partecipato all'aumento di capitale, con la conseguenza di vedere ridimensionato il suo peso nella società. La partecipazione azionaria del Comune, infatti, si sarebbe ridotta dall’attuale 16 per cento al 10 per cento del capitale ordinario.
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