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Un polverone / Riva del Garda

"La sindaca come Schettino", scoppia la polemica: scontro frontale fra Lega e Pd

Si è alzato un polverone dopo le parole scritte in un comunicato stampa con cui il Partito democratico attacca l’amministrazione locale

"Come Schettino nostrani, dopo aver sostenuto operazioni quantomai dubbie, ora la sindaca Cristina Santi e il suo consigliere delegato Lorenzo Prati cercano di “abbandonare la nave”, addossando la responsabilità a "quelli di prima". Peccato che quelli di prima siano sempre loro". Queste parole si leggono in un comunicato stampa con cui il Partito democratico di Riva del Garda attacca l’amministrazione locale in merito alla gestione della società Ags (Alto Garda servizi).  

Parole che hanno fatto alzare un polverone nella politica trentina, con anche l’ intervento del presidente della Provincia Maurizio Fugatti ed esponenti della politica nazionale. Il motivo? Quelle parole sono state lette con un pesante insulto nei confronti della prima cittadina di Riva. Questo perché Francesco Schettino è noto per essere stato il comandante della nave Costa Concordia, quella che, nel 2012, era naufragata al largo dell'isola del Giglio, provocando la morte di 32 persone e 157 feriti. Sul caso è intervenuto anche il numero uno del Trentino, ribadendo che non "possiamo accettare che nella foga della critica si perda il senso della misura ricorrendo a paragoni che, a parte essere fuori luogo, offendono la memoria di tante persone che hanno perso la vita nella tragedia dell’Isola del Giglio".

Il caso ha fatto molto clamore anche perché le parole dei democratici sono arrivate puntualissime nel giorno in cui ricorreva l’anniversario della tragedia. Per questo si è sentito in dovere di intervenire anche Fugatti, difendendo la sindaca di Riva. Non si è fatta attendere la controreplica del Pd, che si è detto sconcertato di vedere che Fugatti si sia sentito in dovere di difendere Cristina Santi, salvo poi non intervenire quando il consigliere Prati “mise alla gogna la città di fronte all’opinione pubblica nazionale con quella sua frase volgare e sessista; così come non si sia sentito in dovere di riprendere il suo assessore Grazioli quando ebbe a definire "peggio dei cani", sempre in Aula consiliare, tutti gli iscritti del Pd, o quando, sempre lo stesso "mentore leghista", si sentì libero di definire "psicopatici" quei cittadini di Varone che non avevano compreso la sua "lungimiranza" nel porre in atto le note, e tristi, modifiche alla viabilità della frazione".

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