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Disagio sociale, Sel: "Destinato a crescere. Riattivare edifici dismessi"

I vertici di Sinistra Ecologia e Libertà puntano i riflettori su alcune aree della città dove aumentano i senza fissa dimora e tuonano: "Le strutture sono insufficienti; il problema va affrontato"

I vertici del partito di Sinistra Ecologia e Libertà del Trentino puntano i riflettori sul degrado in cui versano alcune aree urbane della città di Trento e sulla presenza, in queste zone, di senza fissa dimora che vivono un profondo stato di abbandono e di marginalità sociale.

“Il problema è vero, a Trento come purtroppo anche altrove, ed è probabilmente destinato a crescere in proporzione al progredire delle difficoltà indotte dalla crisi – commenta Emilio Arisi, candidato presidente Sel alle prossime provinciali - il problema non può essere sottovalutato, ma va affrontato dalle istituzioni anche partendo dalla condizione di chi il disagio lo vive oltre che subirlo. E’ evidente come le strutture di prima accoglienza siano ormai insufficienti a far fronte alle nuove condizioni di marginalità le quali non si limitano agli immigrati, ma riguardano anche persone affette da disagi psichici, alcolisti, stranieri che non riescono a trovare affitti a basso costo, e italiani che perdono il loro lavoro, ed altri ancora. E’indubbiamente una nuova sfida che si impone all’amministrazione pubblica, chiamata a rivedere l’attuale gestione dell’emergenza sociale”.

Una volta preso atto della situazione Sel Trentino propone anche possibili soluzioni:Uno dei primi passi potrebbe essere quello di riattivare spazi ed edifici comunali dismessi ed in stato di degrado, e farli rivivere per dare una prima risposta a chi è in difficoltà”. Con questa dichiarazione, Emilio Arisi, candidato presidente di Sinistra Ecologia Libertà del Trentino, riprende la denuncia fatta in prima battuta dalla candidata indipendente Sel Giovanna Giugni.

Il leader di Sinistra Ecologia Libertà chiude con un appello ad altri enti: “In queste situazioni il comune ha un ruolo fondamentale, ma non va lasciato solo. Le istituzioni nel loro insieme, inclusa la Provincia, devono fare subito in modo di arginare la deriva di posti di lavoro in atto utilizzando al massimo gli strumenti politico-economici a loro disposizione”.

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