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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Progetto "Fare comunità", la Lega: "Costerà altri 7 milioni"

Franca Penasa ha presentato un'interrogazione per ottenere documentazione circa l'utilità e l'efficienza di un progetto "che è costato più di 2 miliardi di vecchie lire" e che sembra richiedere ancora molti fondi

Non sembra arrestarsi la campagna della Lega contro le Comunità di valle. Dopo le 9192 firme raccolte per il referendum abrogativo e depositate venerdì scorso (ne bastavano 8 mila per chiedere la consultazione popolare), è un comunicato stampa redatto e diffuso dal Consigliere provinciale Franca Penasa ad affondare il colpo e a denunciare i "costi poco chiari" per la gestione di questi giovani enti.

Penasa si interroga polemicamente sui risultati operativi che "sono stati forniti mediante l’utilizzo di ingentissime risorse pubbliche destinate al settore informatico per l’organizzazione delle Comunità di Valle"; in particolare, ad essere sotto accusa sono i soldi spesi per lo sviluppo di tecnologie informatiche nell'ambito del progetto "Fare comunità", nato in seguito all'istituzione delle Cdv (l.p. 16 giugno 2006, n. 3) con l'intento di accompagnare e sostenere le amministrazioni locali nel processo di riforma del sistema istituzionale trentino. 
 
"Dalla fine del 2010 e inizio 2011 - scrive il consigliere della Lega - si parla del progetto “Fare comunità”, mediante il quale Informatica Trentina, con la consulenza di Deloitte Consulting spa, ha avuto l’incarico di effettuare la ricognizione delle funzioni comunali con l’obiettivo di addivenire ad un maggiore efficientamento delle stesse, mediante il trasferimento della gestione alle Comunità di valle. Per tale progetto è stata impegnata la modica” cifra di 1,3 milioni di euro che naturalmente è stata sottratta alla finanza locale cioè ai Comuni che sono bloccati anche per le assunzioni necessarie da anni!".
 
Il gruppo consiliare della Lega Nord Trentino, su iniziativa proprio della Penasa, ha presentato un'interrogazione per ottenere documentazione circa l'utilità e l'efficienza di un progetto "che è costato più di 2 miliardi di vecchie lire" e che sembra richiedere ancora molti fondi. Altri 7 milioni di euro, secondo la stima della Penasa, che se la prende con l'attuale amministrazione per gli investimenti a suo parere poco utili ai cittadini. Si tratta di soldi spesi per implementare i servizi applicativi ideati per facilitare la comunicazione tra Provincia e Comunità di valle, ovvero P.I. Tre, PEC, VoIP e videoconferenza. "Quasi che le distanze negli ambiti delle Comunità di Valle siano di tipo oceanico da giustificare assurdi investimenti di questo tipo rispetto alle reali e contingenti necessità del territorio!" commenta polemicamente la consigliera.
 
L'obiettivo degli affondi leghisti è chiaramente quello di abolire le Cdv. E per suscitare gli umori degli elettori si fa leva, come in questo caso, sull'uso poco intelligente del denaro pubblico, ma soprattutto su quella che è considerata una "favoletta", e cioè che le Comunità siano a costo zero e che permetteranno un grande risparmio. "Se il buon giorno si vede dal mattino - chiude la Penasa -, di risparmio se ne vede ben poco!". 
 
Qualora le firme depositate per il referendum abrogativo fossero validate dalle autorità competenti, il presidente della Provincia Dellai sarebbe costretto ad indicare una data per andare alle urne (la Lega preferirebbe che si votasse entro fine aprile).  A quel punto i trentini si troverebbero a dover sciogliere un grosso nodo: mantenere in vita questi tanto discussi enti (ne aveva parlato, con toni non proprio indulgenti, anche Gianantonio Stella nei suoi articoli sul Corriere della Sera) oppure decretarne la fine dopo appena sei anni di vita (in realtà meno, ma la legge è del 2006). E c'è da giurare che assisteremo ad una campagna referendaria senza esclusione di colpi.
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