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Depotenziamento dell'ospedale di Borgo: non bastano 14 mila firme

Incontro in quarta Commissione tra i sindaci della Valsugana, Provincia e Apss. Borgonove Re: "Non è un tema che possa ricadere nell'ambito della concertazione. L'appropriatezza delle decisioni non può arretrare davanti alle firme di chicchessia"

Su 21 comuni e 27.000 abitanti, nella Bassa Valsugana, sono state raccolte 14.175 firme: praticamente un plebiscito a favore della petizione contro il depotenziamento dell'ospedale di Borgo Valsugana. Ma non servirà. E' quanto è emerso dall'incontro di oggi in quarta Commissione, dove il sindaco di Borgo, Fabio Dalledonne, assieme ai sindaci di Torcegno (Ropelato), Ospedaletto (Felicetti) e Scurelle (Campestrin), si è presentato per illustrare e discutere la petizione volta a tutelare l'ospedale san Lorenzo di Borgo Valsugana. Le richieste sono per l'operatività di chirurgia h24 (il sabato e la domenica c’è il chirurgo, ma non la sala operatoria), il potenziamento del pronto soccorso con la medicalizzazione, completamento della pianta organica del reparto di ortopedia (mancano due professionisti), sostituzione del personale cessato, in particolare di anestesia e rianimazione. Infine, il documento chiede che si apra un confronto chiaro con informazioni certe anche sul processo di ristrutturazione di cui si parla da troppo tempo senza che intervenga nessuna azione concreta.

Dall'altra parte del tavolo, oltre all'assessora Donata Borgonovo Re, il direttore dell'Azienda sanitaria, Luciano Flor, che ha ricordato le recenti tappe del percorso che ridisegna l'ospedale di Borgo e ribadito la posizione della Giunta. "Abbiamo un piano di sviluppo, un piano di miglioramento molto dettagliati e una dotazione organica molto vincolata", ha replicato Luciano Flor, che ha osservato come "la media delle persone operanti presso l'ospedale di Borgo Valsugana sono state 321,75 nel 2014, mentre sono 323,54 nel 2015. Su alcuni aspetti va bene confrontarsi, per altri dobbiamo adeguare il servizio ai cambiamenti, il sistema alle esigenze vere, operando anche, se serve, delle modifiche senza che queste facciano scattare l'allarme demolizione".

Donata Borgonovo Re ha spiegato che ormai "Il disegno è definito, chiaro, disponibile alla consultazione di tutti; non si può dunque dire che manca chiarezza, si potrà piuttosto dire che non si condividono le finalità. Sono mesi che sono chiare queste cose: sulla chirurgia non sono i sindaci a decidere, c'è un'Azienda sanitaria e questo è un tema che non può essere affidato alle competenze degli amministratori locali. Non è un tema che possa ricadere nell'ambito della concertazione. L'appropriatezza delle decisioni non può arretrare davanti alle firme di chicchessia, se queste non sono coerenti con un sistema di qualità, aldilà di problemi di risorse economiche". 

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