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Vitalizi, l'ex consigliere Passerini rinuncia: è indispensabile togliere i privilegi

Il consigliere aveva annunciato già a inizio anno di volere destinare i contributi previdenziali "a cinque organizzazioni che si occupano di poveri, famiglie in difficoltà, persone non autosufficienti, anziani, profughi

L'ex consigliere regionale Vincenzo Passerini ha concluso la pratica di rinuncia al vitalizio per le due legislature da consigliere, dal 1993 al 2003. È lo stesso Passerini a renderlo noto, spiegando di avere inviato in proposito una lettera in proposito al presidente del Consiglio regionale, Thomas Widmann. "L'ho informato - spiega - che la pratica della mia rinuncia al vitalizio e della destinazione ai più poveri dei contributi previdenziali che mi venivano restituiti si era conclusa nei modi e nei tempi previsti".
    
Il consigliere aveva annunciato già a inizio anno di volere destinare i contributi previdenziali "a cinque organizzazioni che si occupano di poveri, famiglie in difficoltà, persone non autosufficienti, anziani, profughi, per progetti concordati che, mentre aiutano le persone più deboli, offrono anche opportunità di lavoro a disoccupati. Il 15 giugno - riferisce ora Passerini - ho ricevuto dal Consiglio regionale la somma di 274.259, 55 euro, corrispondente ai contributi versati dal sottoscritto e rivalutati con i risultati del Fondo di garanzia; lo stesso giorno ho effettuato cinque bonifici bancari di 54.851,91 euro ciascuno a favore delle cinque organizzazioni di cui sopra. Nello specifico Caritas diocesana di Trento, per il progetto "Pre-occuparsi" volto al sostegno e alla ricerca di nuova occupazione; Cooperativa sociale Punto d'Incontro di Trento, per un progetto di accompagnamento sociale e occupazionale di persone senza dimora o in situazione di grave emarginazione sociale; Azienda pubblica di servizi alla persona di Brentonico, per il progetto "Vicino a te", volto all'accompagnamento di persone non autosufficienti e anziani soli; Azienda pubblica di servizi alla persona "Clementino Vannetti" di Rovereto, per il "Fondo assistenza amica" che tende a migliorare l'assistenza di anziani soli e a dare opportunità occupazionali; Opera diocesana pastorale missionaria di Trento, per i bambini del campo profughi di Mai Ayni nel Nord Etiopia che accoglie i rifugiati in fuga da Eritrea, Sudan e altri paesi africani. 

"Ribadisco il senso della mia scelta: in una realtà, anche locale, dove aumentano le diseguaglianze e tante persone sono impoverite e senza lavoro - conclude - è indispensabile togliere i privilegi e restituire i diritti fondamentali a chi ne è stato privato, ma dobbiamo partire da noi stessi, altrimenti il mondo non cambierà mai". 

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