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La mossa "autonomista" della Lega: a Borghetto torna il confine tirolese

"Veneta Repubblica" da una parte, sull'onda del referendum indipendentista, e "Tirolo" dall'altra, forse per compiacere gli alleati Freiheitlichen. La spiegazione ufficiale del gesto è una presa di posizione a salvaguardia dell'autonomia contro l'antica nemica del carroccio: la capitale

Due cartelli affissi al confine tra Veneto e Trentino hanno sancito un'immaginari frontiera tra Tirolo e Repubblica Veneta. La provocazione è stata messa in atto dalla Lega Nord trentina insieme agli alleati alle europee, il partito altoatesino Freiheitlichen e il Vat/Veri autonomisti trentini. Il gesto sembra a prima vista una mossa "autonomista" che punta il dito contro l'antica nemica del carroccio: "Il Trentino e il Sudtirolo vantano un passato storico, culturale e linguistico di tutto rispetto - si legge in una nota della segreteria del partito - la nostra specificità è messa in pericolo dalle scellerate decisioni romane che con i Governi Monti, Letta e Renzi hanno visto nella nostra autonomia soltanto una fonte di guadagno inestimabile a danno dei sacrifici e del lavoro dei cittadini trentini. Sempre più sacrifici ci vengono imposti a livello economico, intaccando lo Statuto e le competenze primarie della Provincia."

Tirolo da una parte dunque e Repubblica Veneta dall'altra, cavalcando l'onda del "referendum" veneto del mese scorso. Una mossa che ha toccato sul vivo gli autonomisti trentini: "Fugatti lamenta i “vergognosi saccheggi romani” citando i vari governi Monti, Letta e Renzi - ha commentato il capogruppo del Patt Lorenzo Baratter in consiglio provinciale - ma casualmente dimentica che la Lega Nord, al servizio di Berlusconi, ha avuto ruoli cruciali nel governo romano senza portare a casa nulla né per l’Autonomia del Trentino e del Suedtirol né per il federalismo delle regioni virtuose, creando illusioni e aspettative mai attese."

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