rotate-mobile
Politica Centro storico / Via Rodolfo Belenzani

Il Comune si ricompra la rete idrica: la stima è 42 milioni di euro

Soldi che potranno essere trovati cedendo le quote pubbliche in Dolomiti Energia: si parla del 5,8% del capitale. Il consiglio ha votato una stima del valore della Spa per valutare l'esatta consistenza delle azioni

Parte l’iter per l’affidamento in house della gestione dell’acqua: questa la decisione presa dal consiglio comunale, che votando un atto d’indirizzo ha dato mandato al sindaco Andreatta di esercitare, assieme al comune di Rovereto, l'opzione di scorporo del ramo d'azienda del servizio idrico, come previsto dall'accordo con Tecnofin Trentina (una della società partecipate dalla Provincia).

Questa scelta, è stato chiarito in aula, assicura una "migliore flessibilità gestionale, la possibilità di controllo sull'operato della società in un ambito, come quello della risorsa idrica, dove non esiste una autorità centrale di tutela, nessun black out nell'erogazione del servizio".
 
La gestione sarà affidata ad una società a capitale interamente pubblico, che nelle intenzioni dovrebbe essere partecipata da più Comuni, accanto a quello di Trento. Il quale, attualmente gestisce il servizio idrico, acquedotto, fognatura, fontane e idranti, attraverso Dolomiti Reti spa, società della holding Dolomiti energia, proprietaria anche dell’acquedotto, controllata dagli enti pubblici per oltre il 65% e dai privati per il 33,94%.
 
La rete idrica dovrà quindi tornare al pubblico: il valore è stimato in 42 milioni di euro. Soldi che potranno essere trovati - vista anche la situazione del bilancio del Comune, alle prese con ristrettezze economiche - cedendo le quote pubbliche in Dolomiti Energia. Nel caso del Comune di Trento si parla del 5,8% del capitale, pari ad azioni valutate complessivamente oltre 24 milioni di euro. Anche se il dato è vecchio di quasi un anno, tanto che il consiglio ha votato anche una stima del valore di Dolomiti Energia spa per valutare l’esatta consistenza delle azioni detenute da Palazzo Thun.
 
Quella che il Comune ceda le sue quote è stata però un'opzione mal digerita dalla minoranze consigliari, che sono poi riuscite a trovare la quadra con la maggioranza concordando un emendamento (proposto dal Pdl) che prevede la possibilità di cedere le quote comunali di Dolomiti Energia all'azionariato diffuso, che (grossomodo) comporta per i dipendenti il diritto di sottoscrivere, gratuitamente o a titolo oneroso, le azioni della società stessa.
 
Inoltre è stata approvata la determinazione di un indennizzo per il riscatto della rete idrica sulla base dei contributi erogati dal Comune a Dolomiti Energia, così come dei costi sostenuti dal Comune e dai privati per la manutenzione e l’implementazione della rete.
 
Un altro dei punti fissati nella deliberazione del consiglio comunale, è la possibilità di affidarsi all'outsourcing per la gestione di alcuni servizi per i cittadini: un termine inglese che altro non è se non l'italianissimo esternalizzare, cioè dare in appalto a ditte esterne per risparmiare sui costi. Su questo aspetto, il Pdl ha chiesto "trasparenza e procedure di affidamento concorrenziali".
 
Un Pdl che ha manifestato apertura sulla delibera, anche se alla fine si è astenuto sul voto, sottolineando però la condivisione dell’impostazione adottata e la piena disponibilità a collaborare con giunta e la maggioranza nel percorso intrapreso. Unici contrari all’affidamento in house il consigliere Francesco Porta di Rifondazione Comunista e la consigliera Lucia Coppola dei Verdi, preoccupati che la costituzione di una spa finalizzata alla realizzazione del profitto penalizzi i cittadini. Su tale punto, però, sono arrivate ampie rassicurazioni dal sindaco Andreatta che ha chiarito all’aula che l’amministrazione tutelerà l’interesse dei cittadini.
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Comune si ricompra la rete idrica: la stima è 42 milioni di euro

TrentoToday è in caricamento