Hydro Dolomiti Energia, Firmani attacca sui contratti precari
Il consigliere dell'Idv ha presentato un'interrogazione in cui chiede alla Provincia di interessarsi al caso e chiarire alcuni aspetti relativi al tipo di contratto con cui i giovani lavoratori sono legati alla società
"Non è accettabile che in una società a partecipazione pubblica si perseguano politiche del lavoro che già condanniamo in ambito privato, in quanto spesso rappresentano l'anticamera del precariato, soprattutto se ci troviamo in un ambito estremamente redditizio come quello idroelettrico in Trentino e soprattutto se la formazione e l’investimento in risorse umane può essere finalizzato ad aumentare il livello tecnologico degli impianti idro elettrici che sono patrimonio della comunità trentina".
Il consigliere provinciale dell'Italia dei Valori Bruno Firmani parte lancia in resta contro i presunti malumori dei giovani lavoratori di Hydro Dolomiti Energia, società nata nel 2008 che dispone di 14 concessioni per grandi derivazioni idroelettriche e 22 centrali elettriche, e 7 impianti mini-idro (piccole derivazioni) con una capacità totale efficiente di 14 Mega Watt.
Firmani ha presentato un'interrogazione in cui chiede alla Provincia di interessarsi al caso e chiarire alcuni aspetti relativi al tipo di contratto con cui i giovani lavoratori sono legati alla società. Secondo il consigliere dell'Idv: "Non è dato sapere perché la società con un fatturato di 296 milioni di euro ed utili per 127 milioni, con una redditività del 44%, a partecipazione pubblica, utilizzi i tirocini formativi con stipendi infimi ( 500 euro al mese) per la durata di circa 5 mesi per i neo assunti. Il tirocinio non ha matrice formativa, i lavoratori sono inquadrati in livelli non adeguati al titolo di studio posseduto, pertanto HDE non persegue finalità formative dei giovani neo assunti, dimostrando di non voler investire in risorse umane per far crescere i livelli professionali all’interno dell’azienda".
Nelle sue considerazioni Firmani sostiene che "L’unico scopo perseguito dalla società sembra essere il profitto, quando il valore aggiunto dovrebbe invece essere l’investimento sui giovani, sull’implementazione di nuove tecnologie nel settore energetico per l’attivazione di nuovi impianti".
Motivo per cui il consigliere ha chiesto di avere delle risposte ad alcune domande: "Perche (la società, ndr) non ricorre ai contratti di apprendistato? Forse perché il contratto di apprendistato deve poi sfociare nella stabilizzazione degli assunti? Forse perché il tirocinio lascia le mani più libere nei confronti di successivi contratti precari?".