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Fusioni: al referendum nulla è scontato, Kaswalder propone di modificare la legge

Lo si è visto la volta scorsa con i progetti di Borgo Chiese ed Alta Anaunia, nel secondo caso il comune più piccolo, Malosco, ha vanificato il lavoro degli altri quattro. Ora altri 55 comuni chiedono di unirsi ma il finale è ancora da scrivere

Si parla sempre di più di fusioni per i comuni trentini: con l'avvicinarsi della scadenza elettorale sono 55 i municipi che  hanno presentato progetti di accorpamento, vedendo così rinnovate fino al referendum le amministrazioni elette quattro anni fa. Ma la strada è lunga ed il referendum a volte può riservare sorprese.

Lo si è visto la volta scorsa per i progetti di unione di Borgo Chiese e dell'Alta Anaunia: tutto da rifare, anzi da non rifare. Proprio ieri la Giunta regionale ha dovuto rigettare, sulla scorta dell'esito negativo dei referendum, i due progetti di unione. Il consigliere del Patt Walter Kaswalder propone di introdurre una modifica nella legge che permetta aal progetto di unione di proseguire, anche se uno dei comuni interessati dice no.

"Se in un comune non passa il referendum gli altri dovrebbero poter andare comunque alla fusione - ha dichiarato ieri in consiglio regionale citando il caso dell'Alta Anaunia - il comune più piccolo, quello di Malosco, ha vanificato il percorso di anni dei cinque comuni che a stragrande maggioranza avevano votato per la fusione". 

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