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Sabato, 20 Aprile 2024
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Finanziaria provinciale 2015, i sindacati chiedono correttivi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

COMUNICATO STAMPA

Bilancio 2015. Cgil Cisl Uil: "Servono correttivi perché la manovra non sia sbilanciata" 
I sindacati chiedono l'operatività di Sanifonds e il varo del Fondo di solidarietà territoriale. Burli, Pomini e Alotti: "Va attuato il protocollo di aprile su sviluppo e lavoro". Per Cgil Cisl Uil prima dei ticket serve una verifica del piano di miglioramento Apss. No agli aumenti del canone minimo Itea 


Se le imprese hanno visto accolte dalla Giunta provinciale molte delle richieste sulla riduzione della pressione fiscale, lo stesso non vale per quanto riguarda le proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali negli incontri convocati per discutere le linee guida della prossima legge di bilancio della Provincia autonoma di Trento. Per questo Cgil Cisl Uil del Trentino incalzano il presidente Ugo Rossi affinché la manovra finanziaria sia significativamente riequilibrata. 
«La manovra approvata dalla Giunta - denunciano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Paolo Burli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti - ha bisogno di alcuni correttivi, altrimenti risulterebbe sbilanciata. Siamo i primi a ritenere utile l'utilizzo della leva fiscale al posto dei sussidi alle imprese per garantire competitività al sistema economico e favorire gli investimenti privati. Ma allo stesso tempo bisogna dare alcune risposte importanti alle lavoratrici e ai lavoratori». 
In particolare, Cgil Cisl Uil ribadiscono la richiesta già messa nero su bianco e trasmessa nei giorni scorsi ai vertici di piazza Dante, affinché venga data rapida e concreta attuazione ai contenuti del protocollo d'intesa su sviluppo e lavoro sottoscritto da Provincia e parti economiche e sociali il 12 aprile di quest'anno. 
«Il presidente Rossi - incalzano Burli, Pomini e Alotti - non può limitarsi ad auspicare il confronto tra le parti, ma deve convocare rapidamente organizzazioni imprenditoriali e sindacati per attuare quel protocollo. In particolare, chiediamo che si garantisca piena operatività a Sanifonds con impegni precisi da parte delle categorie economiche riguardo i versamenti a favore degli addetti di tutti i settori. Inoltre, considerato che la cassa in deroga è giustamente destinata a scomparire, per completare il mosaico degli ammortizzatori sociali serve attivare il fondo di garanzia territoriale, previsto dalla legge Fornero, per coprire con il reddito di continuità i lavoratori sospesi che non godono della cassa integrazione». 
Sul fronte ticket sanitari Cgil Cisl Uil chiedono chiarezza e trasparenza. «Prima di introdurre nuovi meccanismi di compartecipazione - ribadiscono i tre segretari generali - bisogna verificare lo stato di avanzamento del piano di miglioramento dell'Azienda sanitaria. Garantire risparmi e qualità nella sanità trentina è possibile, ma vanno fatte delle scelte di razionalizzazione dei servizi sul territorio che oggi la politica non ha il coraggio di fare. Sembra più facile chiedere denari ai cittadini, ma se lo si fa per mantenere una sanità che in periferia non garantisce più gli standard di qualità necessari, la cosa diventa davvero assurda». 
Resta inteso che, una volta fatte le dovute verifiche, per Cgil Cisl Uil serve parametrare la compartecipazione alle condizioni economiche delle famiglie, abbandonando l'utilizzo di soglie di reddito che non riproducono le reali capacità di spesa dei diversi nuclei. Come già proposto nel documento trasmesso alla Giunta, per i sindacati serve quindi un confronto serrato su tutta la partita tariffe, ticket e Icef, in particolar modo per quanto riguarda le rette delle case di riposo. 
«C'è un ultimo punto - concludono Burli, Pomini e Alotti - che va affrontato. Sulle politiche della casa, non si può agire esclusivamente sull'aumento dei canoni minimi di chi sta in un alloggio Itea. Chi oggi paga 25 euro al mese, vive con redditi bassissimi al limite della soglia di povertà. Per questo il raddoppio del canone, da un giorno all'altro, rischia di risultare insostenibile in assenza di altri interventi sul fronte delle disponibilità di reddito». 

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