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#ep2014 analisi dal micro al macro sulle elezioni europee del 25 maggio 2014

A Caldonazzo Pd primo partito, ma risultato significativo anche delle stelle alpine. Euroscettici terzo gruppo politico al parlamento europeo.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

Grazie ai ragazzi per il prezioso lavoro di ieri al seggio 1 di Caldonazzo. Abbiamo finito dopo le 2, con un impegno supplementare di nervi ed energie per far tornare i conti trovando l'elettrice che non avevamo registrato durante la giornata di voto. A livello seggio hanno votato in 556, pari al 53,31%, un dato superiore a quelle che sono le medie europee (www.electionsnight.eu, 43,09%), inferiore al 58,69% registrato in Italia (elezioni.interno.it).

I risultati dello spoglio mostrano ancora una volta il radicamento delle stelle alpine, secondo partito assoluto con il 22,62%. Gli autonomisti sono coesi e riescono a mobilitare molte persone nell'andare alle urne (in un momento storico nel quale comunque la metà degli aventi diritto sta a casa). Elettori caldonazzesi che contribuiscono a mandare a Strasburgo/Bruxelles Herbert Dorfmann (hanno scritto il suo nome sulla scheda molte volte, nei modi più variopinti e coloriti). Dorfmann sarà nel Ppe, che si conferma con oltre 200 eurodeputati (212 per ora nelle stime) la maggiore famiglia partitica europea.

Il Partito Democratico anche a Caldonazzo1 è il maggior partito, con un terzo dei consensi. Preferenze soprattutto per Andrea Pradi (ma in numero decisamente minore rispetto a Dorfmann). C'è stato chi sulle schede ha messo accanto al Pd il nome Matteo Renzi, al M5S Beppe Grillo, a Forza Italia Silvio Berlusconi. Segno di una personificazione individualistica che rimane, tanto da far dimenticare che i 3 signori non erano candidati.

Terza forza nel seggio è il Movimento 5 Stelle. Non vengono date moltissime preferenze e menchemeno al candidato locale Cristiano Zanella. M5S appena sotto al 20%, su valori inferiori rispetto ai dati nazionali (21,16%). Su scala nazionale il distacco dal Pd (40,81%) è abissale ed inaspettato.

Il problema di fondo del M5S rimane sempre il voluto isolamento e la concezione azzardata del vedersi come potenziale forza di governo solitaria. Sul brevissimo periodo questo atteggiamento premia, sul medio-lungo no. Perchè se non dialoghi e non provi a sfruttare leve pragmatiche per cambiare effettivamente qualcosa, rimani nell'"estetica della sconfitta": prendi tanti voti (comunque sempre stabilmente sopra il 20%) ma alla fine non incidi per quanto vorresti.

Tra gli altri a livello micro (e anche macro) riesce a tenere la Lega. Tonfo per Forza Italia (il trentino Walter Ferrazza raccoglie briciole di preferenze). Riescono a incidere poco Verdi e l'Altra Europa con Tsipras, che a livello nazionale ce la fa con il brivido (4,03%) a superare la soglia di sbarramento.

Concludo con un occhio nel nuovo emiciclo di Strasburgo. Il parlamento avrà la prima riunione a luglio ed il candidato presidente della Commissione proposto dal gruppo più rappresentato, quello del Ppe, sarà Jean Claude Juncker. Ppe forza maggiore con 212 (dati ufficiosi) europarlamentari, davanti a socialisti e democratici a 187. Terza forza, e questo è il dato politico più significativo, sono i non iscritti ed altri, ben 102, frutto degli ottimi risultati raccolti in giro per l'Europa dagli euroscettici. Quarto gruppo l'Alde (72 MP), che in Italia rimane sempre su percentuali da prefisso telefonico. Quindi Verdi (55),conservatori e riformisti (45), sinistra europea (43), europa per la libertà e la democrazia (35).

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