FdI, c’è aria di strappo. Urzì: "Fugatti assente, gli ultimatum patetici"

Clima sempre più teso in casa del centrodestra trentino, in particolare tra Fratelli d’Italia e la Lega – così come il resto della coalizione che sostiene il governatore uscente Maurizio Fugatti. Se nei giorni scorsi c’era stato un ultimatum del Carroccio proprio al partito di Meloni in chiave trentina, adesso è arrivata la risposta, tutt’altro che morbida, da parte del commissario provinciale Alessandro Urzì.

“È ben chiaro ormai che gli atteggiamenti attendisti e la reiterata assenza del presidente uscente della Provincia Maurizio Fugatti nella trattativa diretta in coalizione ha prodotto come unico risultato quello di amplificare le distanze fra le parti e a ridurre gli apparenti ed immediati margini di ricomposizione di una unità programmatica e politica in cui noi comunque crediamo ancora essendo sempre stati leali verso il concetto di coalizione, la stessa con cui governiamo l’Italia” esordisce Urzì, tornando poi sul tema dell’ultimatum, definito “patetico e senza uno straccio di confronto sulle tante incompiute di questa amministrazione”.

Frattura ricomponibile? Chi può dirlo. Che il clima sia rovente, però, è sotto gli occhi di tutti. A maggior ragione se si considera un altro passaggio di Urzì: “Se il Presidente uscente non intende assumere alcuna iniziativa personale a nome di quel blocco di coalizione che a lui fa riferimento rinunciando ad ogni intervento di mediazione verso Fratelli d’Italia, Fratelli d’Italia sarebbe costretta a riconoscere l’incapacità attuale di gestione delle situazioni complesse prendendone atto”.

Che si potrebbe leggere come “Siamo pronti a correre da soli con Francesca Gerosa – e le liste che la sosterranno". L’ultimatum, questa volta, lo dà proprio FdI: “Se al Presidente Fugatti va bene così ne prendiamo atto. Se no saprà dove rintracciarci per parlare a nome di chi gli ha affidato la fiducia. Ma in via diretta. Dopo anni di totale assenza del Presidente uscente rispetto i suoi doveri di normale relazione con i suoi alleati crediamo sia venuto tempo di dettare un nuovo metodo di rapporti”.