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Comunità di valle: elezioni all'americana e gestione associata obbligatoria sotto i 5000 abitanti

Le Comunità di Valle si superano incentivando l'unione tra comuni: questo il concetto alla base del disegno di legge della Giunta per la riforma delle autonomie locali, che va ad aggiungersi ai tre già depositati dalle minoranze

Riforma delle Comunità di valle: il disegno di legge approvato oggi dalla Giunta porta la firma del presindente Ugo Rossi. Tra le proposte contenute nel documento c'è il già annunciato passaggio dalla modalità di elezione diretta a quella di secondo grado: a nominare il consiglio ed il presidente di ogni comunità saranno dei "grandi elettori" nominati dai vari consigli comunali. Le candidature restano aperte a tutti i cittadini ed il ruolo di presidente della Comunità sarà incompatibile con quello di sindaco o consigliere comunale.

La riforma (che per essere tale dovrà ora essere discussa ed approvata in consiglio provinciale assieme ad altri tre disegni di legge presentati dalle minoranze) riguarda anche i Comuni: una norma impone la gestione associata dei servizi a quelli con meno di 5000 abitanti e sono previsti anche appositi incentivi per le fusioni. L'idea, si legge in una nota, è che attraverso collaborazioni e fusioni tra Comuni si arrivi a superare le stesse Comunità di Valle.

Il disegno di legge infatti stabilisce la possibilità per la Provincia di individuare delle aree geografiche all'interno di una Comunità: qualora tutti i comuni di un'area dovessero unirsi la gestione dei servizi affidata alla Comunità passerebbe di competenza al Comune unico. Per sciogliere una comunità sarebbe necessario che tutti i comuni si fondessero in uno solo; un caso estremo che però esiste già: si tratta del Comune di Rovereto che con i suoi 30.000 abitanti che potrebbe assumere grazie a questa nuova normativa l'intera gestione dei servizi attualmente affidati alla Comunità della Vallagarina. 

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