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Dalla Provincia aiuti ai coniugi separati, anche senza figli: approvato il Ddl

Aiuti ai coniugi separati, "ma nella maggioranza dei casi sono i padri a rischio povertà" ha detto l'assessore Stefania Segnana. Disegno di legge aspramente criticato, approvato in Consiglio

Più aiuti per i coniugi separati: è stato approvato dal Consiglio provinciale il Ddl dell'assessore alle Politiche Sociali Stefania Segnana che prevede di stanizare risorse per far fronte ad un problema specifico. L'assessore ha esordito spiegando, da subito, che sono ovviamente i padri a diventare dei "senza dimora", queste le parole usate, dopo la separazione. 

Segnana: "Priorità ai coniugi con figli minori"

"Si tratta di una legge - ha affermato l'assessore - della quale potranno beneficiare tutti i coniugi separati e divorziati con priorità a quelli con figli minori, che avrà, per quest’anno, una dotazione finanziaria di 100 mila euro che raddoppieranno il prossimo anno. Il quadro della situazione vede una situazione, per quanto riguarda gli assegni al coniuge, a favore delle donne perché nella quasi totalità dei casi viene corrisposto dal marito; per quanto riguarda i figli l’assegno è presente nel 70% dei casi e anche in questo caso viene corrisposto dal padre. La conseguenza è che sono soprattutto gli uomini a cadere nella condizione di senza fissa dimora. Una situazione aggravata dal senso di vergogna che rende difficile per molti padri chiede l’aiuto delle strutture pubbliche. I numeri delle richieste di anticipo degli assegni di mantenimento descrivono una realtà difficile: 475 domande per un totale di un milione e 800 mila euro".

Ferrari: "Se un coniuge senza figli si separa accede al normale welfare"

Una descrizione che non ha mancato di sollevare polemiche. La consigliera di Futura Lucia Coppola ha ricordato che "l'indicatore del rischio di povertà per le donne separate è di 4 punti superiore a quello degli uomini. Anche perché il tasso di occupazione è molto diverso: è del 59,2% tra le separate e dell’82% tra i separati. Pure il rischio povertà ha un’incidenza diversa: è del 43,2% tra le separate e del 32,3% tra i separati". C'è stato poi chi, come la consigliera del PD Sara Ferrari, ha sottolineato la ridondanza di una legge che si rivolge a coniugi separati, nel caso in cui siano senza figli. "Questa legge - ha detto - non dovrebbe occuparsi dei padri separati ma della povertà dei genitori. Se un coniuge decide di separarsi e poi si trova in difficoltà non deve per questo percepire sostegni pubblici ma accedere semmai alle ordinarie misure di aiuto previste dal nostro sistema di welfare". 

Degasperi: "Rischio esclusione per coppie non sposate con figli"

Dalle misure effettive prodotte dal Ddl rischiano però di rimanere escluse le coppie non sposate ma separate, magari con figli. A anciare l'allarme è il consigliere del Cinque Stelle Filippo Degasperi: "Se il ddl restringe ai coniugi il campo di applicazione della norma, ne consegue che molti genitori che non sono coppie di fatto regolarmente registrate e quei genitori che non sono coniugi, rimarranno esclusi dal provvedimento". Nel pomeriggio il Consiglio ha completato l’esame del testo, che è stato approvato con 19 voti favorevoli e 11 astensioni. "Terremo l’impianto del Ddl parlando di coniugi ma introdurremo nei criteri la precedenza a chi ha figli" ha chiarito l'assessore Segnana.

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