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Schiuma nei laghi e corsi d'acqua, l'Appa: "Spesso è un fenomeno naturale"

Ecco alcuni casi eclatanti, sui quali l'Agenzia provinciale per l'Ambiente, ha fatto chiarezza

Schiuma sull'acqua corrente o stagnante. Un fenomeno vistoso segnalato da cittadini, e a volte turisti, giustamente preoccupati. Spesso però le cause sono totalmente naturali. A fare chiarezza è l'Appa, l'Agenzia provinciale per l'Ambiente, che ha diffuso un vedemecum con i casi più eclatanti avvenuti in trentino. Cause e fenomeni possono anche essere molto diversi: pioggia e vento smuovono i sedimenti sul fondo degli specchi d'acqua, altre volte la schiuma è causata dalla decomposizione di materiale vegetale, o addirittura animale. Nelle acque correnti capita invece che si formino delle "saponine naturali" a causa dell'aria che viene inglobata nei torrenti, in particolare in prossimiità di cascate. Certo, non è facile distinguere tra casi naturali ed inquinamento vero e proprio. Le analisi servono appunto a questo. Ecco alcuni casi sui quali l'Appa ha fatto chiarezza:

Le "bolle gelate" del Torrente Avisio

Nel corso degli anni sono stati segnalati più volte eventi di "inquinamento nel torrente Avisio, sempre associati alla presenza di schiume, accumulate per lo più a valle delle briglie dove l'acqua, dopo il salto, non scorre ma crea mulinelli. Si tratta appunto di un fenomeno naturale, dovuto alla presenza, nel corso d'acqua, di materiale biologico tipico degli ambienti acquatici fluviali e dei terreni umidi; in particolare sono state identificate numerose specie di diatomee, ovvero microalghe in grado di immagazzinare sostanze oleose, nonché di funghi o muffe ambientali, organismi rivestiti da una parete contenente polisaccaridi, proteine e peptidi in grado appunto di originare schiume. Lungo il torrente, lo scorso dicembre, si è verificato un fenomeno davvero particolare, ovvero delle "bolle gelate": altro non era che la schiuma congelata per le basse temperature.

Le alghe del Torrente Fersina

Anche lungo questo corso d'acqua sono stati segnalati numerosi episodi di comparsa di schiume, soprattutto nel periodo primaverile. In particolare, nella primavera del 2017 a Trento nelle briglia presso il ponte di via Adamello, sono comparse schiume molto visibili ma dovute a cause naturali. L'analisi al microscopio ha evidenziato la presenza anche in questo caso di diatomee, di funghi che colonizzano foglie e materiali vegetali in decomposizione, oltre a resti di insetto della famiglia dei Chironomidi: questi insetti possono dare luogo a sfarfallamenti anche con temperature dell'aria inferiori agli 0° con conseguente formazione di schiume. Presente anche un'alga particolare la "Hydrurus foetidus", che si riconosce ad occhio nudo perché in inverno e primavera forma sui fondali ammassi di colore bruno-marrone, viscidi e maleodoranti: ebbene, malgrado l'aspetto questa alga è associata ad ambienti di buona qualità con acque fredde.

Gli insetti del Fiume Sarca

Il Sarca è uno dei "monitorati" di Appa: diversi sono gli episodi di schiume naturali sul corso del fiume, uno degli ultimi in ordine cronologico è stato lo scorso mese di gennaio ad Arco, che ha visto l'intervento dei locali Vigili del Fuoco che hanno arginato le copiose schiume con una "diga" provvisoria. Anche in questo caso il fenomeno è dovuto a cause naturali, ovvero diatomee e funghi e muffe ambientali, nonché insetti. In particolare nel campione di schiuma del Sarca erano ben evidenti sia le gocciole di olio prodotto dalle tante diatomee presenti in acqua in quel periodo, in grado appunto di originare chiazze oleose o schiume, sia i resti dei numerosi Chironomidi, ad alto "potere schiumogeno" a causa della loro natura polisaccaridica.

I crostacei del lago di Caldonazzo

Sebbene risalga al novembre 2005 si tratta di un caso particolarmente curioso. Periodicamente arrivano segnalazioni di presenza di schiume sulle rive del lago di Caldonazzo: un episodio particolarmente rilevante si è verificato appunto nel 2005, ebbene, in base ai campioni esaminati al microscopio si è potuto appurare che nella schiuma era presente una massiccia quantità di un crostaceo Cladocero, vivo, del genere Daphnia tipica dei laghi. Generalmente questi organismi si riproducono senza necessità di fecondazione, ma in particolari situazioni, come quelle capitate nel lago di Caldonazzo a novembre con una diminuzione brusca della temperatura dell'acqua del lago, possono determinare la formazione di maschi e uova durature che vengono emesse dopo la muta del carapace, di qui la formazione di schiume abbondanti dovute alle proteine.

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