Il comune di Trento aderisce ad un progetto europeo che impegna le catene della grande distribuzione a ridurre gli imballaggi. Attivato nel gennaio 2012, il progetto inizia a dare qualche risultato. Fino ad oggi sono stati raggiunti 143 punti vendita in Trentino, 34 solo in città. Molti lavorano per mettere in vendita prodotti ricaricabili (come i dispenser dei dentifrici piuttosto che detersivi o detergenti) o anche sfusi, per il consumatore che si presenta con il contenitore portato da casa. E' un obiettivo che Trento persegue al fianco di un'altra città: Reggio Emilia. La durata del progetto, iniziato a gennaio 2012, è di 3 anni; la sua conclusione è prevista infatti per dicembre 2014.

Per quanto riguarda poi la seconda azione prevista nel progetto “NO Waste” quella cioè relativa all’apertura di “centri del riuso” in grado di intercettare sia i beni dismessi dei cittadini che l’invenduto non alimentare della grande distribuzione prima che questi entrino formalmente nel circuito di gestione dei rifiuti urbani, gli studi fin qui attuati nell’ambito del progetto NO.WA si sono posti l’obiettivo di valutare l’effettiva convenienza e il potenziale derivanti dall’apertura di tali centri. Gli esiti di questi studi, condotti dalla società Lab&Lab, operante nel settore dei servizi pubblici locali (public utilities) saranno presentati da Mario Sunseri, insieme ad un rappresentante di “Occhio del Riciclone”, ONLUS che promuove una gestione dei rifiuti ispirata alla sostenibilità ambientale. In questo ambito esiste anche una proposta a livello locale dell’Associazione Riù che propone la realizzazione a Trento di un”Borgo della Sostenibilità”, progetto che intende sviluppare un insieme di iniziative imprenditoriali, sociali e culturali legate al tema del riuso e del riciclo. 

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