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Archeologia, in mostra il tesoro nascosto di Riparo Gaban a Martignano

Reperti che risalgono a più di cinque mila anni fa, che testimoniano il passaggio da una società di cacciatori a una di allevatori - agricoltori, e i numerosi contatti avvenuti con civiltà provenienti dal sud della penisola

È stata inaugurata questa mattina, nella sala 'Manzoni' della biblioteca comunale di Trento, la mostra sul 'Riparo Gaban di Martignano', aperta al pubblico fino a sabato 14 marzo. L'iniziativa, promossa tra gli altri dalla biblioteca comunale, dalla Circoscrizione dell'Argentario, dal Gruppo cultura del Comitato di Martignano, dall'Ecomuseo Argentario, dalla Soprintendenza per i beni culturali e dal Muse, mira a riportare l'attenzione su un luogo ritenuto fondamentale per studiare e capire la storia trentina. Scoperto e studiato, tra gli altri, dall'archeologo Bernardo Bagolini, più di quarant'anni fa, il 'Riparo Gaban di Martignano', che si trova alle pendici del Calisio, in una valletta situata proprio sopra l'accesso della nuova galleria che da Trento Nord va verso Pergine, è infatti un importantissimo tesoro archeologico nascosto, sconosciuto anche ai cittadini di Trento.
   
  Durante l'inaugurazione è stata sottolineata la volontà di proseguire nelle ricerche archeologiche, ma anche, compatibilmente con le risorse disponibili, rendere nuovamente accessibile l'intero sito. Accompagnano la mostra documentaria un'esposizione di libri e una rassegna di articoli pubblicati all'epoca dei primi ritrovamenti (è della fine degli anni Settanta la polemica riguardante alcuni reperti che taluni sostenevano fossero falsi) e alcune iniziative correlate. Come quella prevista per giovedì 5 marzo nella sala degli affreschi della biblioteca comunale, quando la professoressa Anna Luisa Pedrotti, docente di preistoria e protostoria dell'Università di Trento, illustrerà l'importanza dei numerosi ritrovamenti scoperti nell'area. Si tratta di reperti che risalgono a più di cinque mila anni fa: piccole figure femminili, ciottoli antropomorfi, manufatti a forma di pesce, flauti, amuleti e conchiglie che testimoniano il passaggio da una società di cacciatori a una di allevatori - agricoltori, e i numerosi contatti avvenuti con civiltà provenienti dal sud della penisola. 

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