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I monti della Patagonia raccontati da quattro grandi alpinisti trentini

Elio Orlandi, Maurizio "Icio" Giarolli, Fabio Leoni e Rolando Larcher hanno aperto il libro della propria vita agli oltre 400 spettatori presenti, raccontando gli episodi maggiormente significativi del loro escursus alpinistico

Cerro Torre, Fitz Roy, Torre Egger, Cerro Sthanardt, Torre Centrale del Paine, Cerro Poincenot. Sono le più significative vette della Patagonia che il pubblico di Mese Montagna ha potuto conoscere ed ammirare grazie alle immagini proiettate al teatro Valle dei Laghi di Vezzano, entusiasmandosi e recependo un'atmosfera di grande amicizia e di forte legame che i quattro protagonisti hanno saputo trasmettere in una serata dal valore assoluto. Questo perché Elio Orlandi, Maurizio "Icio" Giarolli, Fabio Leoni e Rolando Larcher hanno aperto il libro della propria vita agli oltre 400 spettatori presenti, raccontando gli episodi maggiormente significativi del loro escursus alpinistico e in particolare del forte richiamo della Patagonia, soffermandosi su tante piccole situazioni e momenti che manifestano però un aspetto significativo e per certi casi singolare in una disciplina spesso individuale come l'alpinismo, ovvero un profondo legame umano. E a tal propos ito sono state significative le parole d'esordio del "poeta" del quartetto Elio Orlandi: «L'io che si trasforma in noi. E' questo ciò che ho vissuto nelle mie numerose spedizioni in Patagonia, e non solo, con questi fantastici amici. Ci siamo ritrovati dopo tanto tempo però rivedendoci c'è sempre qualcosa di speciale che ci tiene profondamente legati».

I due filmati delle ascese sulle vette della Patagonia, realizzate dal documentarista Orlandi, hanno mostrato la straordinaria bellezza delle montagne del Sudamerica, evidenziando la verticalità, la difficoltà delle pareti, ma anche la tortuosità del meteo, con il forte vento, il freddo, il ghiaccio e l'instabilità che rendono questa catena imprevedibile. Un inconveniente tecnico al proiettore di Giarolli non ha permesso di poter ammirare il 16 millimetri della prima invernale al Cerro Torre, ma sono bastate le sue parole scandite con la proverbiale cadenza di c hi hai i tempi perfetti anche nel quotidiano per riuscire a trasmettere forti emozioni. I magnifici quattro con il doppio passaporto italiano e patagone hanno ammaliato il pubblico con i loro racconti, dando spazio ad altri due alpinisti che porteranno per sempre la Patagonia nel cuore, ovvero Fabio Giacomelli (grande amico di Orlandi travolto da una valanga sul Cerro Torre nel 2010) e Cesarino Fava, il pioniere di questo territorio andino che se ne andò in cielo nel 2008, ma soprattutto mentore di tanti alpinisti trentini, per i quali era d'obbligo una tappa a casa sua.

Giarolli ricordando la sua prima invernale sul Cerro Torre, si è soffermato anche sul fatto come sia cambiato fortemente anche il territorio della Patagonia, ora più attrezzata per le spedizioni, con la nascita di un paesino alla base della montagna, con lo sviluppo della tecnologia e delle comunicazioni, mentre quando conquistò la vetta nel 1985 dovettero percorrere 600 km p rima di trovare un telefono. Una serata forte, di grande impatto e significato dunque, nella quale i protagonisti hanno lanciato messaggi rilevanti da adottare come stili di vita, come le parole di Orlandi che ha evidenziato che con la forza di volontà si può raggiungere qualsiasi sogno della vita, come è riuscito lui salendo sul Cerro Torre con tre amici. La chiusura riferendosi al Cerro Torre "rimane una montagna, il resto è vita".

I profondi valori e la grande sensibilità dei quattro alpinisti sono stati evidenziati nell'ultimo filmato proiettato che ha testimoniato la spedizione del 2009 sul K7 in Pakistan, in un territorio completamente diverso da quello della Patagonia, soffermandosi però su una particolarità dal forte valore umano. Durante i pochi giorni trascorsi tra la popolazione di Hushe, un piccolo villaggio posto a 3500 metri, Orlandi, Leoni, Larcher e Michele Cagol sono stati colpiti da questa popolazio ne, decidendo di dare vita ad un'associazione che si prefigge di raccogliere fondi per la costruzione di uno studentato per i tanti bambini di questo paese del Karakorum. La serata di Vezzano è stata dedicata a loro. Il secondo week-end di Mese Montagna si annuncia particolarmente intenso, grazie ai due appuntamenti dell'iniziativa collaterale "Outdoor Mountain Experience" e la competizione di corsa in montagna. Sabato 16 è prevista un'escursione con partenza da Santa Massenza e arrivo a Margone grazie all'accompagnamento della Sat Valle dei Laghi, mentre domenica sarà possibile affrontare la Ferrata dei Colodri, conoscendo le tecniche base di progressione e di sicurezza su via ferrata, grazie all'ausilio delle Guide Alpine Trentine. Domenica mattina, con lo start alle ore 9.30, andrà invece in scena la prima edizione di "Sentiero 618", una staffetta di corsa in montagna a coppie.

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