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Martedì, 16 Aprile 2024
Cultura

"L'invisibile ovunque": Wu Ming ed i frammenti che contaminano la "storia monumentale"

Presentazione del libro "L'invisibile ovunque" di Wu Ming al TrentinoBookFestival 2016

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

Lunga discussione con Wu Ming 2 ed un pubblico interessato e proattivo al Blu Coffee. Il narratore ha parlato sulla guerra e la follia, quindi si è soffermato sul ruolo della storia e su quello del romanzo storico. Con l'obiettivo di far percepire un avvenimento al lettore non secondo la visione storica "monumentale", ma guardando dal sedere del monumento equestre.

«Durante la prima guerra mondiale - spiega Wu Ming 2, che ha movimentato la discussione assieme a Giuliano Pantano - la medicina era impreparata sul trattare la follia nelle trincee». Al tempo solo in provincia di Ferrara, a Villa del Seminario, venne creato uno spazio che accoglieva i soldati con problemi psichici. «Altri soldati invece - aggiunge - venivano rinchiusi nei manicomi». A Villa del Seminario passarono anche famosi artisti come Giorgio De Chirico e Carlo Carrà, in un posto dove non si vedevano le montagne. Un'alternativa italiana quindi ai centri inglesi nei quali ci si prendeva cura dei "war poets".

«Si curavano i folli con un obiettivo di rimandarli in trincea, vista la loro valutazione inferiore del pericolo. Ufficialmente questa soluzione non venne mai attuata dall'esercito italiano, ma quello era l'indirizzo di fondo».

Quattro racconti in "L'invisibile ovunque" del collettivo Wu Ming, con un caveat sottolineato dal secondo degli scrittori: «state attenti, siamo soltanto dei narratori. Narrazione e bugia spesso vanno sottobraccio».

Oggi la tecnologia e la messa a disposizione universale della conoscenza facilita di molto anche le ricerche per i romanzi storici. «Per il nostro racconto sulla rivoluzione francese abbiamo avuto a disposizione grandi archivi digitali, solo 40 anni fa ogni scrittore avrebbe impiegato un tempo infinitamente lungo per una tale ricerca». Mentre oggi il 90% delle fonti raccolte dagli scrittori possono essere liberamente accessibili e consultabili anche dai lettori.

Wu Ming vuole mettere in discussione lo stereotipo del momento storico, con dei «personaggi come carica di dinamite da infilare in un contesto. Noi non vogliamo costruire un "nuovo monumento". Ci sono alcuni romanzi storici che propongono una nuova verità, mentre noi li vediamo come delle costruzioni di legno fatte da un bambino, un frammento come complemento del monumento».

Quella dei Wu Ming è una "lettura partigiana", frammenti che poi alla fine vanno a completare la "storia monumentale". Per la Prima guerra mondiale questo vuol dire parlare di disertori, folli, simulatori, fucilati, giustiziati, la legge marziale in vigore su tutto il territorio nazionale.

Pubblico attento al Blu Coffee, tanti ragazzi affezionati, seduti anche a terra, con taccuino in mano e tanta voglia di approfondire, criticamente.

Una domanda va ad aprire il capitolo "visione della storia". «La narrativa ha sempre una dimensione retorica. Gli autori si ingannano quando vogliono non intervenire, la distanza dai personaggi si calcola sempre in maniera precisa».

Si scrive per accontentare il lettore? «Da Qu in poi - chiarisce Wu Ming 2 - ci siamo trasformati assieme ai lettori. Ci confrontiamo attraverso molti incontri con i lettori come questo del TrentinoBookFestival, cerchiamo di variare e contaminarci con altre arti. Ad esempio quando si è cominciato a dire "questo è un romanzo storico alla wu ming" abbiamo deciso che era ora di smettere con quel genere».

Wu Ming significa anche beffe e burle mediatiche, che mettono il dito nella piaga di un'informazione spesso, a causa di molte motivazioni, pressapochista. Wu Ming 2 ha spiegato come il collettivo è riuscito a far dirottare una campagna mediatica di Enel, #guerrieri.

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