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Cultura

Trentino Book Festival: Vito Mancuso spiega la trinità ricordando don Andrea Gallo

Vito Mancuso presenta "Dio e il suo destino" al TrentinoBookFestival 2016

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

Non era facile aspettarsi che così tante persone avrebbero affollato piazza Municipio per ascoltare un fine filosofo-teologo. Vito Mancuso ha proposto un piacevole dialogo con Alberto Faustini, andando alla ricerca del divino perduto, tra miti effimeri e desiderio di spiritualità.

Si parte in musica, con Mancuso che ha dichiarato la sua passione per la musica barocca, per Bach. «Credere in Dio - spiega - vuol dire gravitare attorno ad una stella più grande di noi». Nel libro di Mancuso si legge la differenza tra Dio-deus e deum, fra pneuma, agape e fos, spirito, amore e luce. «Dio è la luce intellettuale, piena d'amore. Deus è la maschera negativa, il parassita. Deum è il destino impersonale». Mancuso ha raccontato quindi un aneddoto legato a don Gallo. «Un giorno gli chiesero cosa fosse la Trinità e don Gallo rispose candidamente di non aver capito molto bene di cosa si trattasse». Don Gallo quindi rispose di aver inteso che «Dio è antifascista».

Non ci andò molto lontano, perché «la trinitas - spiega Mancuso - è una visione sistemica della relazione, che comprende armonia, visione sistemica, relazione armoniosa».

Nel suo "Dio e il suo destino" il teologo cerca anche di dare una spiegazione della distinzione fra enigma e mistero. «L'enigma è una sfida per la mente, secondo criteri razionali per i quali la ragione umana comprenderà tutto. Il mistero invece racchiude un esercizio più alto; il consegnarsi ad un mistero più grande, diventare degni ed entrare in comunione».

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