Una sfida canora tra cori maschili: sabato e domenica a Pergine c'è il "Concorso Pigarelli"
Prenderà il via sabato 6 maggio alle 10 e si concluderà nel pomeriggio di domenica nel teatro comunale di Pergine il concorso nazionale per cori maschili "Luigi Pigarelli" promosso dalla Federazione Cori del Trentino. Il Trentino sarà rappresentato da sei formazioni: il Coro Voci del Bondone di Sopramonte, il Coro Sass Maor di Primiero, il Coro Croz Corona di Campodenno e il Coro S. Ilario di Rovereto e i cori Genzianella di Roncogno e Genzianella di Tesero.
Saranno invece 12 i cori provenienti da altre 5 regioni. La Sardegna sarà rappresentata dal coro Istelotte di Dorgali (Nuoro), il Piemonte dal coro Cai Uget di Torino, dal coro Alpino La Bissòca di Villanova d'Asti, dal coro La Rupe di Quincinetto (Torino), dal coro Alpino Ana di Domodossola (Verbania) e La Valle d'Aosta del Coro Verrès (Aosta).
A rappresentare la Lombardia saranno invece il coro Cai di Sondrio e il coro Ai Preat di Busto Arsizio (Varese). Infine per il Veneto spazio al Gruppo Solo Voci di Feltre (Belluno), al Coro Valdobbiadene (Treviso), aal coro Ciclamino di Marano Vicentino e al coro Voci del Pasubio di Isola Vicentina. Si parte sabato con le seminfinali per poi proseguire domenica, a partire dalle 15:30, con le finali che si concluderanno alle 18 con la proclamazione del vincitore.
Inoltre, sabato 6 maggio alle 21 è in programma uno spettacolo con l'esibizione fuori concorso dei cori Castel Sat Arco e Castel Pergine, in un ideale passaggio del testimone fra la località di Arco, che ha ospitato le prime tre edizioni del “Pigarelli”, e Pergine Valsugana, location di questa edizione. I canti dei due gruppi fungeranno da “tappeto musicale” dei quadri scelti e recitati da Mattia Fabris per descrivere la parabola esistenziale di Antonia Pozzi (Milano 1912-1938), poetessa della montagna, donna sensibile e fragile ma al contempo moderna e anticonformista.
Nella seconda parte della serata le fa eco Zari, donna iraniana coraggiosa e contemporanea. In un cortometraggio gentilmente concesso dal Trento Film Festival (Premio Amelia De Eccher - Ed. 2022), il regista Arman Gholipour Dashtaki racconta la storia di questa donna che dopo essere stata costretta a sposarsi per due volte, la prima a undici anni, decide di lottare giorno per giorno per definire e creare il suo unico e particolare spazio di libertà.
Una serata di storie di montagna e storie di donne, un omaggio a due signore diverse tra loro ma verosimilmente vicine, due donne che affrontano la montagna come una palestra insuperabile per l’anima e per il corpo.