Carnevale mòcheno: riti di abbondanza e fertilità per il martedì grasso
Il martedì grasso ("vòschnto" in mòcheno), a Palù del Fersina, è famoso per la rappresentazione del "bètscho" e della "bètscha" (vecchio e vecchia) tradizione molto sentita dagli abitanti della zona. Il "bètscho" e la "bètscha" hanno il volto completamente coperto di nero e portano rispettivamente un bastone e una scopa. Il "bètscho", in particolare, è vestito con un copricapo di pelle di capra, un camicione di canapa bianca fermato in vita da un cinturone di cuoio che permette di trattenere una appariscente gobba finta composta con del fieno. I due sono accompagnati dal raccoglitore di uova ("Der òiartroger") che porta sul dorso una cassetta dove vengono riposte le uova, come offerta. Lo scopo dei tre personaggi è diffondere nel paese abbondanza e fertilità prendendo spunto dagli antichi riti d'avvento della primavera. Il punto culmine del rituale sta nella morte simulata di due dei personaggi: con il "bètscho" a terra, la "bètscha" procede alla lettura di un testamento (e poi la cosa si ripete a parti invertite). Protagonisti dello scritto sono i coscritti (i "koskrittn") di tutto il paese ai quali vengono augurati buoni auspici. I coscritti iniziano la vestizione nel maso più alto del paese Vròttn e poi percorrono i sentieri tra i vari masi seminando prosperità ed abbondanza.