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Anche la Uil contro i voucher, ma "vanno ridimensionati, non eliminati"

Il referendum della Cgil comporta il rischio di toglierre uno strumento che, se usato lecitamente, può essere molto importante. Questa la posizione della Uil trentina

Dopo la Cgil, che al riguardo sta promuovendo un referendum, anche la Uil si schiera contro i voucher introdotti dalla riforma dellavoro Fornero. "Il Trentino è la diciannovesima Provincia (su 110) come dato assoluto, ma se rapportata agli abitanti, sale ulteriormente nella graduatoria arrivando ai primi posti. I settori che, anche da noi, più utilizzano i voucher sono, in ordine di grandezza: Turismo, Servizi, Commercio, Manifestazioni sportive e culturali, Giardinaggio e pulizia, Agricoltura e Lavori domestici" si legge in una nota del sindacato.

"Siamo convinti che lo strumento possa avere una virtuosa funzione in casi limitati - spiega il segretario Walter Alotti - casi determinati, appunto, dall’eccezionalità e finalizzati ad evitare situazioni di lavoro totalmente “informale”. Da qui la proposta di limitarne l’utilizzo a un massimo di due giornate consecutive, con un tetto annuo di compenso di € 4.980 per il prestatore, anzichè gli attuali € 7.000, e un nuovo limite economico per il committente di 1200 euro l’anno indipendentemente dal numero dei prestatori di lavoro". Non una bocciatura totale, a un ridimensionamento, nello spirito originario della riforma. Secondo la Uil il referendum promosso, anche in Trentino, dalla Cgil comporta il rischio di togliere, a coloro i quali potrebbero fruirne  lecitamente, la possibilità di ricorrere a questo strumento. 

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