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Economia

Cinquemila iscritti alla mobilità: mai così tanti in dieci anni

In generale in mobilità sono iscritti più uomini che donne (66,3 contro 33,7%), più italiani che stranieri (78,9 contro 21,1%). La crisi però colpisce in proporzione più i lavoratori stranieri degli italiani

Sfiorano ormai le 5.000 unità gli iscritti in lista di mobilità in Trentino. Il 9 febbraio, il comitato provinciale mobilità ha infatti certificato la presenza in lista di 4.975 licenziati, il dato più elevato mai registrato negli ultimi dieci anni. A riprova che non si tratta di un risultato isolato, ma di un trend molto preoccupante, va ricordato che nel corso del 2011 una sola volta, ad agosto, in lista di mobilità sono risultati iscritti meno di 4.700 lavoratori.

Gelata anche sui sospesi. I lavoratori in mobilità che hanno trovato un impiego a termine infatti a febbraio 2012 sono indicati in 1.498, con un saldo negativo di 183 unità rispetto al mese precendente e di 19 unità rispetto al dato di febbraio 2011, quando i sospesi furono 1.519 (-1,4% annuo). Guardando all'anno precedente, va segnalato che a dicembre i sospesi erano 1.681, a novembre 1.771, ad ottobre 1.818, a settembre 1.897, ad agosto 1.912, a luglio 1.909 e a giugno 1.841. 
 
La nuova contrazione del numero del sospesi registrata a febbraio conferma un andamento che durava da mesi. Si si eccettua la felice eccezione di gennaio 2012, a partire da settembre 2011 questo indicatore ha registrato costantemente il segno meno su base congiunturale. Tra l'altro lo scorso anno si era chiuso con un differenziale positivo minimo rispetto al 2010: a dicembre 2011 infatti il numero dei sospesi perché assunti a termine era stato superiore di un misero 1,6% rispetto allo stesso periodo di due anni fa. 
 
Nel raffronto tra gli iscritti in mobilità attuali e quelli dei tre anni precedenti emerge quanto il crollo della finanza internazionale del 2008 e la più recente crisi del debito sovrano dell'Eurozona producano effetti negativi sul mercato del lavoro anche in Trentino. Basti pensare che gli iscritti in mobilità di gennaio e febbraio continuano ad essere più numerosi della media mensile del 2011, quando era stata raggiunta quota 4.756 contro una media mensile di 4.417 nel 2010 e di 3.807 nel 2009. In pratica, già lo scorso anno sono stati registrati in media 339 iscritti in più rispetto al 2010 (+7,7%) e 949 in più rispetto al 2009 (+24,9%). 
 
Il flusso di nuovi ingressi risulta sostenuto anche a febbraio. Sono infatti 307 gli iscritti in mobilità del mese, ben il 42,8% in più di febbraio 2011. Guardando ai mesi appena trascorsi i nuovi ingressi sono stati ben 356 a gennaio 2012, 177 a dicembre 2011, 233 a novembre, 223 a ottobre e 203 a settembre. Guardando alla provenienza, i licenziati dalle piccole imprese sono stati pari all'85,3% di tutti i nuovi ingressi del mese. Sul computo totale, la stragrande maggioranza degli iscritti in mobilità – il 74,6% - è stato licenziato da una piccola impresa
 
Complessivamente, all'8 febbraio 2012 e al netto dei nuovi ingressi, il settore delle costruzioni continua a registrare il maggior numero di addetti nelle liste di mobilità. Sul totale degli iscritti infatti ben il 22,1% lavorava nel comparto edile. Tra i settori le cui aziende mettono più addetti in mobilità c'è poi il metalmeccanico/metallurgico con il 14,8% degli iscritti totali, seguito dal commercio (13,7%), dai servizi non altrimenti definiti (11,2%), dai pubblici esercizi (9,6%) e dai trasporti (7,5%). Tra i licenziati dalle medie e grandi imprese la fanno da padrone i licenziati del settore metalmeccanico (38,2%), seguiti da quelli del commercio e dei trasporti, rispettivamente con il 11% e il 9,7%. Licenziano invece di più, tra le piccole imprese, quelle delle costruzioni (27,5% degli iscritti in mobilità secondo la legge 236), seguite da quelle del commercio (14,7%) e degli altri servizi (14,3%). 
 
In generale in mobilità sono iscritti più uomini che donne (66,3 contro 33,7%), più italiani che stranieri (78,9 contro 21,1%). La crisi però colpisce in proporzione più gli stranieri degli italiani, considerato che la percentuale di iscritti in mobilità di origine straniera è più che doppia rispetto all'incidenza della popolazione non italiana - oggi all'9,2% - sul totale dei residenti in Trentino. 
 
Inoltre, tra i licenziati dalle grandi aziende sono maggioranza gli over 50 con ben il 61% degli iscritti nelle liste in base alla legge 223, mentre tra quelli provenienti dalle piccole aziende il 59,4% ha un'età compresa tra i 30 e i 49 anni, il 27,4% ha almeno 50 anni e il 13,2% non supera i 29.
Come detto la media mensile di iscritti in mobilità durante il 2011 ha raggiunto quota 4.756 contro i 4.417 registrati in media nel 2010 e i 3.807 del 2009, con una crescita del 24,9 percento rispetto a due anni fa. Va ricordato che già nel 2009 l'incremento del ricorso alla mobilità era stato eccezionale: rispetto alla media mensile del 2008, gli iscritti in mobilità risultavano allora quasi il 40 percento in più, un tasso di crescita tanto impetuoso da superare quello registrato tra il 2002 e 2008, quando l'aumento medio non raggiunse il 34 percento. In pratica, nel corso del 2009 le liste di mobilità si erano già proporzionalmente ingrossate più di quanto non fosse successo nei sei anni precedenti.
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