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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Banche, niente contratto collettivo: il 30 gennaio scioperano in 1.300

I dipendenti degli istituti di credito non cooperativi in Trentino - i lavoratori delle casse rurali infatti non scioperano - contro la decisione dell'Abi di disapplicare, a partire dal prossimo primo aprile, i contratti collettivi

Insieme a colleghi di tutta Italia (312mila lavoratori), anche i circa 1.300 dipendenti degli istituti di credito non cooperativi in Trentino - i lavoratori delle casse rurali infatti non scioperano - venerdì protesteranno contro la decisione unilaterale dell'Abi di disapplicare, a partire dal prossimo primo aprile, i contratti collettivi di lavoro, un provvedimento senza precedenti in nessun altro settore. Dei 416 contratti in vigore nel privato e nel pubblico, solo quello dei bancari è stato, infatti, disdettato. I lavoratori del credito incrociano le braccia quindi per rivendicare la necessità di un nuovo modello di banca "al servizio del Paese, che sia più vicino alle famiglie, alle piccole medie imprese e ai territori, contro quello attuale, che privilegia, invece, un’erogazione del credito prevalentemente a favore dei grandi gruppi industriali. Inoltre con la loro mobilitazione i bancari vogliono difendere il potere d’acquisto del loro salario, messo a rischio dal blocco permanente della crescita automatica degli stipendi in tema d’inflazione, che l’Abi vuole attuare e contro cui si sono mobilitati i sindacati", si legge in una nota delle parti sociali.  "Il vero obiettivo dell’Abi è, infatti, quello di smantellare il contratto nazionale di categoria e le tutele contrattuali vigenti, sostituendolo con contrattazioni azienda per azienda, che creerebbero un’enorme disparità di trattamento economico e normativo tra i lavoratori e le condizioni per ulteriori e selvaggi tagli di posti di lavoro, dopo i 68mila già eliminati negli ultimi 15 anni. I lavoratori scioperano, in ultima analisi, per difendere il contratto nazionale come elemento centrale della contrattazione, l’unico in grado di garantire economicamente e socialmente la categoria e salvaguardare l’occupazione". 

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