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Economia

Vino, riforma del disciplinare Trentino doc: "Serve più coraggio"

Vino trentino verso la riforma del disciplinare, critico il giudizio di Città del Vino: "Serve un approfondimento rigoroso sul tema della produzione massima"

Una riforma "timida", che rischia di rincorrere il mercato senza puntare con decisione alla qualità delle "uve di montagna". Un passo avanti per quanto riguarda la tutela delle specificità territoriali (varietà e zone) ma due passi indietro, anzi una resa incondizionata, al mercato, dove contano le grandi rese. Il messaggio, indirizzato ai sostenitori della riforma del disciplinare Trentino Doc, arriva da Città del Vino, insieme ad altre realtà del settore come Onav, Confraternita di Bacco, Confraternita della Vite e Skywine, a pochi giorni dalla presentazione della riforma al Consorzio dei Comuni nell'incontro convocato per il 30 marzo.

"Siamo convinti - si legge nella nota - che il nuovo disciplinare dovrebbe ispirarsi ai modelli virtuosi della viticoltura dell'arco alpino (Valle d'Aosta e Alto Adige). E' ancora troppo debole il riconoscimento, attraverso definizioni altimetriche rigorose, del carattere di viticoltura di montagna per le produzioni trentine. Serve un approfondimento rigoroso sul tema della produttività massima". 
 

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