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Economia

Aumentano i fallimenti delle imprese e le persone in cerca di lavoro

I dati del rapporto “La congiuntura in Trentino - Alto Adige”, presentato dalle Camere di commercio di Trento e Bolzano. "Nel 2013 l’economia regionale resterà in una fase di stagnazione o addirittura di leggera recessione"

Nel 2012 la crisi economica si è avvertita anche nella nostra regione, particolarmente per quanto riguarda l’occupazione. Il numero delle persone in cerca di lavoro è aumentato da poco più di 19 mila a quasi 27 mila unità, portando il tasso di disoccupazione al 5,1%. Il numero di imprese è rimasto quasi costante (-0,4%), ma cresce il numero dei fallimenti: questi sono stati complessivamente 143, ossia una ventina in più rispetto al 2011. Per effetto della recessione italiana le importazioni sono diminuite dell’8,9%. Ciò ha inciso negativamente sul commercio all’ingrosso, in particolare per quanto riguarda l’Alto Adige, che svolge un’importante funzione di ponte tra i Paesi di lingua tedesca ed il mercato nazionale. I dati emergono dal rapporto “La congiuntura in Trentino - Alto Adige”, presentato dalle Camere di commercio di Trento e Bolzano. Alcuni elementi inducono però a mitigare questo quadro negativo, confermando come l’economia regionale sia ancora competitiva: tengono bene le esportazioni, in crescita dell’1,7% rispetto al 2011 e aumentano le presenze turistiche, ora vicine alla soglia dei 45 milioni (+1,6%).

Le indagini congiunturali condotte in entrambe le province mostrano per il 2012 un consistente calo della redditività. Il relativo indice per il Trentino - Alto Adige, rappresentato dalla quota percentuale di imprese che valutano positivamente la propria redditività, è pari al 68%. In particolare, il 13% degli operatori economici giudica buona la redditività della propria azienda e un ulteriore 55% la ritiene quanto meno soddisfacente. È però in forte crescita la quota di imprenditori che segnalano una redditività insoddisfacente: ben il 32%. Si evidenzia, inoltre, come le difficoltà riguardino praticamente tutti i settori dell’economia regionale.

Le previsioni per il 2013 permangono negative. L’economia mondiale dovrebbe far registrare una performance leggermente migliore rispetto al 2012, ma l’Europa vivrà una sostanziale stagnazione. La Germania e l’Austria cresceranno solo leggermente, rispettivamente dello 0,4% e dello 0,6%, mentre in Italia proseguirà la recessione ( 1,3%). Nel complesso, è prevedibile che l’economia del Trentino - Alto Adige possa beneficiare di un lieve incremento della domanda estera, ma vi saranno ulteriori riduzioni di fatturato per le imprese operanti sul mercato nazionale. È inoltre ben avvertibile la perdita di fiducia da parte dei consumatori. 

Anche le aspettative degli operatori economici di entrambe le province sono improntate al pessimismo. Le attese di redditività per il 2013 risentono dei timori di una riduzione del volume di affari e di un incremento dei costi di produzione. Pure l’evoluzione della liquidità viene valutata negativamente, per effetto delle difficoltà di accesso al credito e del peggioramento della morale dei pagamenti. Il deterioramento del clima di fiducia di famiglie e imprese influenzerà negativamente i consumi e gli investimenti, vanificando gli effetti del lieve miglioramento della congiuntura internazionale. Alla luce di queste considerazioni, "possiamo affermare come il punto di svolta dell’attuale crisi sia ancora piuttosto lontano: nel 2013 l’economia regionale resterà in una fase di stagnazione o addirittura di leggera recessione".

L’imprenditoria femminile

In Trentino - Alto Adige vi sono 22.785 imprese “femminili”, intendendo per tali le imprese individuali di cui è titolare una donna, le società di persone i cui soci sono in maggioranza donne, le società di capitali in cui la maggioranza del capitale è detenuto da donne e le società i cui amministratori sono in maggioranza donne. Ciò corrisponde al 20,8% del totale delle imprese. Se escludiamo il settore agricolo, le imprese femminili sono 17.817 e la relativa incidenza sul totale sale al 22,3%. Tale quota è rimasta sostanzialmente costante nell’arco dell’ultimo decennio.

Le imprese femminili sono tendenzialmente piccole: esse rappresentano il 22,9% del totale delle imprese non agricole nella classe dimensionale fino a 9 addetti, il 16,6% nella classe dimensionale tra 10 e 49 addetti e soltanto il 6,4% nella classe dimensionale con 50 o più addetti. 

Il genere, maschile o femminile, influenza anche la scelta del tipo di attività. In termini assoluti, i settori in cui opera il maggior numero di imprese femminili sono l’agricoltura (4.968 imprese, pari al 16,8% del totale del settore), gli alberghi e ristoranti (4.642 imprese, corrispondenti al 37,6%) e il commercio (4.486 imprese, corrispondenti al 25,3%). In termini di incidenza percentuale, invece, la quota più elevata si riscontra tra le “altre attività di servizi” (55,8%). Questo settore comprende infatti alcune tipologie di servizi alla persona in cui la presenza femminile è particolarmente forte: acconciatori, manicure e istituti di bellezza (71,3%), centri benessere (50,0%) e lavanderie (45,6%). In generale, l’incidenza delle imprese femminili è maggiore nel terziario rispetto all’agricoltura e al comparto produttivo. 

Spostando l’attenzione dall’impresa alla figura dell’imprenditore o imprenditrice, la presenza femminile cresce d’importanza. In Trentino - Alto Adige vi sono 8.895 donne titolari di ditte individuali e 14.879 socie di società di persone o cooperative, per un totale di 23.774 imprenditrici (32,3%). La presenza femminile è invece meno consistente tra gli amministratori delle società di capitali: le 11.474 amministratrici rappresentano solo un quinto del totale (19,9%). 

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