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Economia

L'assessore Olivi contro le liberalizzazioni del governo Monti

"Favorita la grande distribuzione e danneggiate le piccole e medie imprese. Scarsa attenzione al tema della qualità del lavoro. Il Trentino ha scelto un suo modello di commercio improntato alla libertà dell'impresa"

Il decreto del governo Monti sulle liberalizzazioni non piace al titolare del commercio in Trentino, l'assessore Alessandro Olivi (Pd), secondo cui, con l'approvazione del testo, viene "Favorita la grande distribuzione e danneggiate le piccole e medie imprese. Scarsa attenzione al tema della qualità del lavoro. Il Trentino ha scelto un suo modello di commercio improntato alla libertà dell'impresa ma con regole che tutelano la specificità del nostro contesto".

Olivi punta i piedi e ha già in mente di proporre alla giunta provinciale di deliberare un provvedimento che possa "mantenere e valorizzare l'impianto della nostra riforma", cioè quella proposta dallo stesso Olivi e approvata nel 2010. "La legge provinciale - commenta ancora Alessandro Olivi - è frutto di un serrato confronto e dibattito con le categorie, le parti sociali e le diverse forze politiche, e rappresenta un punto di equilibrio tra apertura al mercato e alla concorrenza e valorizzazione delle prerogative della nostra comunità autonoma".
 
Tra gli aspetti di contrarietà, spicca il fatto che - secondo Olivi - "la totale liberalizzazione sia un favore alla grande distribuzione organizzata e rappresenti al contrario un rischio molto elevato alla capacità di tenuta dei piccoli e medi negozi, soprattutto quelli dei centri storici che invece sono al centro dell'attenzione della legge provinciale sul commercio".
 
Secondo l'assessore provinciale ci sarebbero anche possibili accavallamenti di competenza tra Stato e Provincia autonoma: "Ho dubbi sul fatto che lo Stato possa varare una norma che abbia efficacia su tutto il territorio nazionale senza tenere conto delle competenze delle regioni e delle province autonome. Nel nostro caso sono dubbi confortati dal fatto che lo Stato ha normato questa liberalizzazione inserendola nella parte di legislazione che riguarda il commercio, dove la Provincia autonoma di Trento ha una propria competenza, seppure secondaria, che le consente di legiferare in via autonoma. E noi una nostra legge l'abbiamo. Si tratta ora di capire se quest'ultima contrasta con principi di carattere generale fissati dallo Stato. Se tra questi vi è quello della libera concorrenza, personalmente ritengo che la riforma attuata in Trentino garantisca il rispetto di questo principio, avendolo semplicemente declinato in modo autonomo nel rispetto delle vocazioni del nostro territorio".
 
Sta di fatto, in ogni caso, che in base alla statuto d'autonomia, la legge nazionale non si applica direttamente ma vi è solo l'obbligo di adeguamento entro il termine di sei mesi, un periodo durante il quale si apllica la legge provinciale: "Ritengo debba essere ovviamente aperto un confronto con lo Stato per valutare la possibilità di norme di coordinamento tra le due discipline che non stravolgano la nostra legge", conclude Olivi.
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