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Dopo la crisi crescono imprese e lavoratori nel settore industriale

Lo rivela l'indagine, curata dall'Ufficio studi e ricerche della Camera di commercio di Trento, che evidenzia la presenza di 601 imprese industriali con un aumento, rispetto all'anno precedente, di 17 unità produttive

Crescono imprese e lavoratori nel settore industriale. Lo rivela l'indagine, curata dall'Ufficio studi e ricerche della Camera di commercio di Trento, che evidenzia la presenza di 601 imprese industriali con un aumento, rispetto all'anno precedente, di 17 unità produttive. La dinamica delle imprese inserite nello studio è determinata dall'entrata di 53 nuove unità e dall'uscita di altre 36. Da un punto di vista occupazionale ciò ha significato rispettivamente 892 dipendenti in entrata e 690 in uscita, pari a un saldo positivo di 202 unità lavorative. Le 548 imprese presenti in entrambi gli anni, invece, hanno segnato un aumento occupazionale di 483 unità che, sommato al saldo precedente, ha determinato una crescita complessiva di 685 addetti (+2,3%). Nel 2016 si è verificata quindi l'interruzione del trend negativo che aveva contraddistinto il comparto negli ultimi otto anni, caratterizzato da una contrazione sia della numerosità delle imprese, sia dei lavoratori.

Non si arresta il processo di terziarizzazione dell'economia – vale a dire l’evoluzione verso un sistema che vede prevalere i lavoratori addetti al settore dei servizi rispetto a quelli dell’agricoltura e dell’industria – che si conferma essere una delle principali trasformazioni in ambito economico anche nell’anno di riferimento. I dati più recenti mostrano come il Trentino abbia una percentuale di occupati nell'industria pari al 24,8% del totale e una quota del valore aggiunto industriale pari al 22,9%, incidenze che si collocano al di sotto della media nazionale. La nostra provincia, nonostante i passi avanti fatti negli ultimi anni, mantiene una bassa propensione a esportare (nel 2015 l’incidenza dell’export sul valore aggiunto è stata pari al 20,8%, mentre nel Nord Est è stata del 39,9%). Inoltre, una quota rilevante dell’export è determinata da un ristretto numero di imprese di medio-grandi dimensioni. 

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