Trentino: una famiglia su quattro a rischio povertà, indice cresciuto dell'8% in un anno
L'anno precedente le famiglie a rischio povertà o esclusione sociale erano il 15,8%, in una famiglia su dieci si lavora al 20% del potenziale
Quasi un trentino su quattro a rischio povertà o esclusione sociale. A dirlo sono i dati dell'Ispat, Istituto Provinciale di Statistica, diffusi oggi, sebbene riferiti al 2016.
L'anno scorso, quindi con i dati 2015, si scatenò una bufera sui dati quando un quotidiano locale scrisse, nel titolo, che un terzo della popolazione trentina era a rischio povertà. Arrivò subito la replica: una nota della Provincia precisò che si trattava non di un terzo bensì del 15,8%.
Oggi quel dato è salito fino al 23,5%, e sconcerta seguire la successione negli anni: nel 2005 i trentini a rischio povertà erano il 10,4%, nel 2012 un aumento considerevole fino al 19,2%, poi ancora il 13,2% nel 2013, ed oggi quella percentuale è quasi raddoppiata.
Crescono in relazione anche altri due indicatori di povertà: la deprivazione materiale grave, al 9,9% contro il 5,1% dell'annno precedente (nel 2004 era addirittura allo 0,5%) e l'intensità lavorativa molto bassa, al 9% (stesso trend: l'anno precedente era al 5,1%, al 2,9% nel 2004).
Le famiglie a intensità lavorativa molto bassa sono le famiglie dove le persone in età lavorativa (18-59 anni, con esclusione degli studenti 18-24) hanno lavorato, nell’anno precedente, per meno del 20 per cento del loro potenziale. Su questo dato influiscono però anche i single che vengono conteggiati come famiglia.