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Economia

Il lavoro che non c'è: i giovani pagano la crisi e la disoccupazione è al 20,5%

Sono i giovani a subire le conseguenze più immediate della crisi che colpisce i paesi eurodeboli come l'Italia. Lo stesso accade anche in Trentino. Nel 2012 su 41.383 iscritti ai centri per l'impiego, oltre un quarto, cioè 11.002, sono under 29

Mentre in Trentino la disoccupazione giovanile schizza al 20,5% e le assunzioni degli under 29 calano in un anno di ben il 6,3%, le parti sociali scommettono sul contratto di apprendistato per sostenere l'occupazione dei giovani in un mercato del lavoro comunque in contrazione. Ma per far tornare l'apprendistato ai suoi antichi fasti – gli assunti con questo contratto sono scesi all'8,1% nel 2012 - non bisogna snaturarne la funzione formativa, bensì renderne più semplice e personalizzabile l'utilizzo per le imprese ed i lavoratori. È quanto emerso nel convegno organizzato martedì 7 maggio da Cgil Cisl Uil del Trentino e dall'Università di Trento, in occasione del premio alle migliori tesi di laurea sul mondo del lavoro, tenutosi alla Facoltà di Giurisprudenza a Trento.

Sono i giovani a subire le conseguenze più immediate della crisi economica che colpisce i paesi eurodeboli come l'Italia. Lo stesso accade anche in Trentino. Basti pensare che nel 2012 su 41.383 iscritti ai centri per l'impiego in provincia oltre un quarto, per un totale di 11.002, sono under 29. In un anno i giovani iscritti ai centri per l'impiego perché in cerca di lavoro sono cresciuti di ben il 20,9% rispetto al 2011. Nello stesso periodo, le assunzioni totali di giovani sotto i 29 anni si sono ridotte di ben 3.191 unità (-6,3%), passando da 50.437 a 47.246, mentre quelle tra gli over 55, anche a causa dell'aumento dell'età pensionabile, sono cresciute del 6,9%, salendo da 8.472 a 9.054 con un saldo positivo di 582 assunzioni.

Proprio per questo motivo sindacati, associazioni datoriali e istituzioni provinciali puntano a qualificare i contratti di apprendistato per favorire l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, in virtù degli sgravi contributivi garantiti dallo Stato e dagli incentivi offerti dalla Provincia di Trento. La scommessa si è concretizzata negli accordi quadro, siglati tra le parti sociali in Trentino a febbraio di quest'anno, sull'apprendistato professionalizzante, su quello per la qualifica e su quello in alta formazione. Gli accordi puntano a rinvendire i fasti dell'apprendistato che, come detto, registra un calo di assunzioni ormai da diversi anni. Secondo i dati di Agenzia del Lavoro, nel 2008 gli assunti in apprendistato in Trentino furono 7.555 pari al 13% di tutte le assunzioni effettuate. Cinque anni più tardi, nel 2012, gli apprendisti neoassunti sono stati solo 3.830, pari all'8,1% del totale delle assunzioni e con un calo rispetto al 2011 del 29,9% rispetto al 2011.

Per invertire questa tendenza, secondo il professor Giorgio Bolego, che, insieme alla professoressa Paola Villa, ha introdotto i lavori del seminario a Giurisprudenza, bisogna affrontare le criticità insite in questo strumento, ossia la scarsità di risorse pubbliche destinate alla parte formativa e al difficile rapporto tra le imprese e gli obblighi formativi puntando ad una maggiore semplificazione senza per questo snaturare la funzione dell'apprendistato. Per Bolego va sperimentato maggiormente un sistema duale che leghi la formazione al lavoro nelle imprese, a partire anche dall'apprendistato in alta formazione che deve coinvolgere il sistema universitario. Per il giurista bisognerebbe permettere una maggiore flessibilità dei progetti formativi, garantendo una personalizzazione dei percorsi sia per le imprese che per i lavoratori. Tra l'altro, secondo Bolego, è l'investimento su una formazione tagliata a livello aziendale il vero incentivo alla stabilizzazione degli apprendisti.

Ne è seguito un dibattito animato da Franco Ianeselli (Cgil del Trentino), Luigi Pitton (Agenzia del Lavoro), Caecilia Baumgartner (Provincia di Bolzano), Bruno Degasperi (Sait), Andrea Marsonet (Confindustria Trento), Andriano Chinellato (Ebat) e Sergio Vergari (Provincia di Trento). Nelle conclusioni Lorenzo Pomini, segretario generale della Cisl Trentino, ha ricordato come solo la ripresa economica può garantire dentro una migliore dinamica del mercato del lavoro locale, la diffusione dell'apprendistato.

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