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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Centro storico

Confesercenti contro i costi della burocrazia: "Legge vecchia di 10 anni"

"Serve un ragionamento profondo legato al settore turistico, il nostro territorio va promosso a 360° e l’offerta deve contemplare anche il mondo del commercio, dell’artigianato dei servizi, le nostre aziende sono parte integrante dell’attrazione turistica"

“Non si può pensare che l’economia riparta solo con la liberalizzazione del commercio”. Parola di Massimiliano Peterlana, presidente di Fiepet confesercenti, che interviene per chiedere alle istituzioni di "confrontarsi con le realtà economiche" per affrrontare la difficile congiuntura economica. Sullo sfondo le liberalizzazioni degli orari per i pubblici esercizi trentini, al vaglio del Consiglio provinciale all'inizio di maggio. "La liberalizzazione è una risposta?" alla crisi, si chiede Massimiliano Peterlana. "Come presidente Fiepet – dice Peterlana - sono profondamente convinto che l’opportunità di lasciare le attività economiche libere di scegliere aperture, chiusure e orari di conseguenza alla domanda del mercato, rispetto all’obbligo di sottostare a regolamenti spesso non condivisi, sia una conquista. In questo senso le liberalizzazioni mi vedono favorevole. Ma non basta. La liberalizzazione impone importanti riflessioni e, da subito, importanti azioni per supportare gli effetti positivi di un mercato libero".

Secondo Peterlana "Non si può più sottovalutare l’aspetto di riorganizzazione dei centri naturali del commercio, mi riferisco ai centri storici, alle zone periferiche e turistiche. Per questo le amministrazioni comunali, dovranno confrontarsi con le realtà economiche". Allo stesso tempo - afferma il presidente di Fiepet - Non si può pensare che l’economia riparta se non riparte l’economia familiare, la capacità di spesa. La politica nazionale deve affrontare un confronto sui costi del lavoro, perché non è possibile per le nostre aziende sostenere costi così alti per essere competitivi rispetto al mercato (aperture domenicali). Da rivedere le tasse sugli immobili adibiti ad attività economica della piccola e media impresa, parallelamente alla diminuzione d’affitto per le attività commerciali. Alla politica provinciale chiediamo un confronto sui costi della burocrazia, che si riassume per noi nella legge 9, vecchia di 10 anni e che va rivista. Serve un ragionamento profondo legato al settore turistico, il nostro territorio va promosso a 360° e l’offerta deve contemplare anche il mondo del commercio, dell’artigianato dei servizi, le nostre aziende sono parte integrante dell’attrazione turistica". Infine una stoccata alle banche locali e nazionali, che "non possono continuare con il diniego rispetto all’accesso al credito".

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