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Abbiamo un problema: in Trentino l’occupazione continua a rallentare

I dati dell’Agenzia del Lavoro a gennaio 2023 segnano un -10,4% rispetto all’anno scorso. E i sindacati sono in ansia

Un inizio anno non certamente esaltante per quanto riguarda il lavoro in Trentino, a partire dal segno negativo per quanto riguarda le assunzioni, come certificato dal report dell’Agenzia del Lavoro della Provincia di Trento. Il 2022, e con esso i suoi numeri, appaiono ora davvero lontani: se lo scorso anno la domanda di lavoro delle imprese trentine ha complessivamente evidenziato un trend di crescita, con un +8,4% sul 2021, le statistiche di inizio 2023 vanno nella direzione opposta.

A gennaio 2023 si contano 10.324 assunzioni in provincia di Trento, 1.195 in meno per un -10,4% rispetto a gennaio 2022. Solo i pubblici esercizi hanno motivo di sorridere (+12,1%), mentre ci sono settori, come quello delle costruzioni e il manifatturiero, che hanno perso rispettivamente 59 (-9,4%) e 71 assunzioni (-4,8%). Crollo, a gennaio 2023, delle assunzioni femminili (-885 e -14,9%), mentre “meglio” (o meno paggio) va per gli uomini. A proposito di cali, -16% per quanto riguarda le assunzioni di italiani, mentre aumentano quelle degli stranieri (+225 e +8,5%). La situazione è tutt’altro che rosea anche per gli under 30, con un calo di 606 unità e del 14,0%.

Numeri che certificano un fatto evidente e che non può lasciare indifferenti: in Trentino l’occupazione sta rallentando. Particolarmente preoccupati, in questo senso, sono i sindacati, come spiegano  Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher che per Cgil, Cisl e Uil seguono il mercato del lavoro: “I segmenti più deboli e meno tutelati anche contrattualmente pagano questo rallentamento con la perdita dell’occupazione. Chi in questi mesi aveva un contratto a tempo indeterminato ha goduto, per fortuna, degli ammortizzatori sociali; i precari sono rimasti a casa. Queste misure hanno bisogno, però, di andare di pari passo con politiche industriali che puntino alla crescita strutturale del nostro tessuto economico”.

Le sigle, però, vanno oltre e analizzano il problema anche in un’altra chiave di lettura: “In generale la disoccupazione in Trentino e nel resto d’Europa è in calo. Questo aumenta la mobilità all’interno del mercato del lavoro e dunque la disponibilità a spostarsi in cerca di occasioni di lavoro migliori. Se il Trentino diventa più territorio da cui partire che meta in cui arrivare abbiamo un problema molto spinoso di cui farci carico. E ci auguriamo che la Giunta e il mondo imprenditoriale ne prendano atto rapidamente”.

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