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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Disoccupazione da record, cala il reddito per i dipendenti pubblici

Disoccupazione mai così grave dal '95. I dipendenti pubblici hanno il contratto fermo dal 2009 e quindi subiranno, a fine 2014, una riduzione media del reddito che supererà complessivamente, i 5000 euro lordi all'anno

Un quadro economico e sociale pesante quello tracciato dai sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Fenalt, Dirpat) nell'audizione sul bilancio 2014 che si è tenuta questo pomeriggio in Prima Commissione. Pesante per la situazione della disoccupazione, il 7,6% mai così grave dal '95, e per la situazione dei dipendenti pubblici che hanno il contratto fermo dal 2009 e quindi subiranno, a fine 2014, una riduzione media del reddito che supererà complessivamente, i 5000 euro lordi all'anno. Deciso no, inoltre, al blocco, anche per il prossimo anno, del turn over in Provincia. Altri aspetti critici, sottolineati dai sindacalisti, i tagli sulla scuola, quella d'infanzia in particolar modo, e il problema dell'efficienza dell'amministrazione. Un bilancio che, in estrema sintesi, è stato definito fin troppo "tecnico" e troppo poco coraggioso nei confronti della crisi.  Gli imprenditori, Associazione artigiani, Federazione coop, Confcommercio, Confindustria e Associazione albergatori, hanno insistito sulla necessità di un taglio più deciso della spesa pubblica e dure critiche, in particolare da Artigiani e Industriali, sono state mosse al sistema della ricerca. Poche le ricadute pratiche, una grave mancanza di coordinamento tra Università, Fbk e imprese e un ruolo poco chiaro di Trento Rise.  Preoccupazione per i dati economici è stata espressa dalla Camera di Commercio e la necessità di potenziare, con la partecipazione dei comuni, lo sportello unico per le imprese. 

Disoccupazione record, ma c'è qualche luce. 

Andrea Grosselli (Cgil), a nome delle Confederazioni, è partito con una severa analisi della situazione economica del Trentino, basandosi sui dati di Banca d'Italia e della Camera di Commercio che evidenziano una caduta del Pil del 2%, dato, ha aggiunto, verrà confermato, a quanto pare, nei prossimi giorni anche dall' ufficio statistica della Pat. Segni negativi che continuano da sei semestri, se si accentuano i timidi "più" del commercio all'ingrosso e autotrasporto. L'occupazione ne risente e siamo, a marzo, a un tasso di disoccupazione del 7,6%, la percentuale più alta dal primo trimestre '95. Anche se quella del Trentino, ha aggiunto Grosselli, è la seconda miglior performance dopo l'Alto Adige. Però c'è un raggio di luce: il numero degli occupati è cresciuto, anche se la crescita non basta a fronte alla richiesta di lavoro che è anche il frutto della caduta del reddito. Ma il mercato del lavoro trentino non è completamente fermo.  Altra preoccupazione: la riduzione della spesa pubblica farà mancare la tradizionale compensazione del pubblico a fronte della riduzione degli investimenti privati.  Il sindacato, inoltre, chiede più selezione per gli aiuti alle imprese e, sul piano istituzionale, l'eliminazione dei livelli non efficienti del sistema. Infine, le confederazioni, chiedono di replicare gli interventi di aiuto alle famiglie più deboli che continuano ad essere in difficoltà.  Per i dipendenti pubblici, ok al varo dei fondi sanitari integrativi, ma è stato chiesto con forza che per il 2015 si riapra la contrattazione per il pubblico impiego. No anche al blocco totale del turn over perché, ha detto Grosselli, ci sono settori che hanno bisogno di personale. Tra le proposte specifiche è stata sottolineata quella sugli sgravi fiscali alle imprese per i contratti di solidarietà espansivi. 

Basta blocchi dei contratti nel pubblico. 

Per Silvia Bertola (Uil) lo sblocco della contrattazione nel pubblico è essenziale. Con stipendi medi che vanno da 1200 a 1400 euro al mese la situazione sta diventando pesante e in Trentino, sul piano dell'austerità sui dipendenti, si è andati anche oltre lo Stato che non ha previsto il blocco del contratto anche per il prossimo anno. Preoccupazione da parte della sindacalista per il taglio per la scuola di oltre 3,5 milioni che ricade soprattutto sulla scuola d'infanzia. Un taglio, soprattutto sul personale ausiliario, che avrà impatto pesante sulla qualità del servizio. Anche se Margherita Cogo ha fatto presente che i tagli sono stati modificati e non sono più così pesanti: su 93 milioni del budget 2013 si arriverà nel 2017 a 91 milioni e 700 mila. 

Bilancio con poche idee e una sola certezza: i tagli. 

Per Bruno Boschetti (Fenalt) non ci sono particolari idee in questo bilancio, ma c'è una certezza: i tagli. C'è poco sull' istruzione se non il contenimento spesa; nulla sulla famiglia, sulla quale si fa solo propaganda. Gli unici a pagare sono i dipendenti privati e pubblici, questi ultimi sempre messi alla berlina per giustificare i fallimenti del Governo. Lavoratori che stanno subendo perdite di reddito enormi col blocco della contrattazione (già 3 mila euro persi, più 800 per il 2013 e altri 500 il prossimo anno). Un impoverimento che ha effetti sui consumi e quindi sull'economia. Il Foreg, poi, ha aggiunto, ha creato solo disparità. In questo bilancio, ha concluso Boscehtti, è mancato il coraggio contro la crisi. 

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