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Il dolore / Val di Sole

Tragedia di Caldes, i genitori di Andrea: "vogliamo giustizia"

La famiglia del 26enne ucciso da Jj4 è tornata sul luogo dell'aggressione, accompagnata dalle telecamere di La7

La famiglia di Andrea Papi è tornata sul luogo della tragedia, dove il loro figlio, fratello, fidanzato ha perso la vita il 5 aprile, ucciso da Jj4. Non era la prima volta dalla morte del 26enne, ma nel pomeriggio di venerdì 14 aprile sono stati accompagnati dalle telecamere della Vita in Diretta e dal giornalista Ercole Rocchetti.

“Noi siamo andati su, perché abbiamo voluto vederlo il posto. È una cosa rendermi conto cosa ha sofferto in quel momento Andrea - ha raccontato mamma Franca Ghirardini -. Andrea è stato aggredito e non si è neanche accorto di essere aggredito. Noi non sapevamo, la popolazione non sapeva che qua avevamo quattro orsi problematici”.

Quegli ultimi, tragici, istanti si possono solo immaginare e nella mente di mamma Franca sono terribili, perché quel figlio ora non c’è più.

“È troppo facile parlare e dire: ‘ma il ragazzo non doveva andare a correre in montagna’ – ha affermato papà Carlo -. Lui non è andato dentro al parco di Yellowstone, dove ci sono delle recinzioni, delle gabbie, dove noi entriamo a discapito dell’orso. Lui è andato semplicemente a fare una passeggiata come tutti i ragazzi fanno qua, i cittadini e i turisti”.

Sulla questione orsi si sono espressi in moltissimi, soprattutto fuori dal Trentino. Ma c’è da considerare, e lo ha fatto Carlo Papi, che quella non è una zona isolata. “In estate quella zona, nel bosco, in estate sono tantissime le persone che scelgono quella zona per rilassarsi” ha ricordato Carlo.

Ora è presto per pensare al perdono, ma Carlo ha detto: “Cercherò di farlo. Al momento no, si sapeva già quello che sarebbe potuto accadere ed erano già successi otto casi. E non bastavano ancora per mettere mano agli orsi (alla loro gestione ndr)”. La famiglia Papi non vuole abbattere gli orsi, ma restituire dignità alla memoria di Andrea e fare giustizia per lui.

Sulla decisione del Tar che proprio venerdì pomeriggio ha sospeso l’ordinanza di abbattimento, Franca ha affermato: “Sono contro l’abbattimento anche io, però anche loro si mettano una mano sulla coscienza, perché se succedesse a uno dei loro figli, non so cosa farebbero”.

Giustizia e dignità per tutta la valle, ancora avvolta nel dolore della tragedia del 5 aprile. “Un ragazzo non può morire in queste condizioni” ha poi concluso papà Carlo.

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