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Cellula jihadista meranese: da Roma gli atti delle indagini arrivano a Trento

Entro cinque giorni si terranno gli interrogatori di garanzia, poi la magistratura regionale avrà venti giorni per decidere come procedere nei confronti dei sette arrestati. Oltre mille pagine raccontano quattro anni di indagini, tra intercettazioni e monitoraggio di siti web, per smantellare il gruppo che voleva lo Stato Islamico in Kurdistan

Sono arrivate a Trento ed a Bolzano questa mattina le carte relative alle inndagini sulla presunta cellula jihadista di Merano. La Procura di Roma ha comunicato la competenza territoriale alla magistratura regionale, che dovrà decidere come procedere nei confronti dei sette arrestati, sei curdi iracheni ed un kosovaro, durante il blitz dei Ros di giovedì. Oltre mille pagine che descrivono quattro anni di indagini, con intercettazioni ambientali nell'appartamento e nell'auto di Abdul Rahman Nauroz (nella foto, a sinistra), considerato l'uomo di riferimento per aspiranti "combattenti" in Siria ed in Iraq, in contatto con il mullah Krekar (nella foto, a destra), guida spirituale del gruppo Rawti Shax, detenuto in Norvegia.

I messaggi di Krekar, riferiti ai familiari durante le visite in carcere, venivano poi postati in internet e diffusi ai seguaci, compresi i meranesi che li commentavano durante quelle che sono state definite dagli inquirenti come vere e proprie "lezioni" tenute da Nauroz, in contatto, via internet, con Halabja Faluja, membro del gruppo di Krekar. Tra gli intenti di quest'ultimo, ora  ricercato in Siria, ci sarebbe stato quello di sequestrare un diplomatico  norvegese per chiedere la  liberazione del "maestro" incarcerato.

Nel materiale arrivato ai magistrati trentini oggi si ricostruisce anche il passato dei sette arrestati, alcuni con alle spalle la militanza nei gruppi combattenti in Iraq ed Afghanistan; uno di loro, Ali Abdula Salih, chiamato anche "mamosta" Kawa, ovvero maestro, è in Italia con lo status di rifugiato politico, ottenuto nel 2011 a Parma, dove Salih era arrivato con alle spalle già una militanza tra i pashmerga del Kurdistan iracheno, e contatti diretti con il mullah Krekar.

Le ricostruzioni deei Ros parlano di un sistema completamente verticistico, con un lato pubblico incentrato sulla diffusione di idee religiose, sebbene radicali, ed uno segreto, in cui si progettava "la sostituzione del governo regionale curdo con un califfato islamico, da perseguire mediante la sollevazione della popolazione locale e, mediatamente, di eseguire e minacciare azioni terroristiche nell’area curda e ovunque possa giovare agli interessi del mullah Krekar e delle sue cause". Tali informazioni erano però dominio di pochi, ed  alcunni  degli arrestati potrebbero in realtà non essere a conoscenza dei reali fini dell'organizzazione.

Le indagini hanno anche evidenziato il ruolo che il gruppo aveva nel favorire la copertura di compatrioti, curdi iracheni, di passaggio tra Italia  e Germania. Entro  cinque giorni si svolgeranno gli interrogatori di garanzia a Trento. Per tutti l'accusa è di associazione eversiva con fini terroristici internazionali. E' da ricordare come  la cellula meranese non progettasse azioni in Italia o in Europa, ma facesse riferimento a "missioni", anche suicide, in Siria ed Iraq.

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