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Cronaca

Cinquanta soccorritori trentini sono arrivati nelle zone terremotate

A San Felice sul Panaro, circa 11 mila abitanti, è già stata allestita una tendopoli da 350 posti letto dove stanotte hanno dormito un centinaio di persone. Anche i Nu.Vol.A. hanno distribuito i primi pasti caldi

Dalle prime ore di oggi la Protezione civile trentina sta operando con una cinquantina di uomini a San Felice sul Panaro, in Emilia Romagna, in aiuto della popolazione colpita dal terremoto. Nel piccolo comune del modenese, circa 11 mila abitanti, situato tra Mirandola e Finale Emilia, uno centri tra quelli maggiormente colpiti dalla scossa di sabato notte, è già stata allestita una tendopoli da 350 posti letto dove stanotte hanno potuto dormire un centinaio di persone che non se la sentivano di rientrare nelle proprie abitazioni. Anche i volontari del Nu.Vol.A. sono già operativi ed a mezzogiorno di oggi hanno distribuito i primi pasti caldi alla popolazione. 

Oggi a Trento, nel frattempo, presso la sala operativa della Protezione civile alla caserma del Corpo permanente dei Vigili del fuoco si è svolta una riunione coordinata dal capo della Protezione civile trentina, Roberto Bertoldi, per fare il punto della situazione e coordinare l'intervento iniziato alle ore 18 di ieri con la partenza della colonna mobile. Complessivamente, sono per ora una cinquantina gli uomini che la compongono: 12 vigili del fuoco del Corpo permanente di Trento, 6 tecnici del Servizio Prevenzione rischi, 15 volontari dei Nu.Vol.A., 2 della Croce Rossa del Trentino, 2 psicologi dell'Associazione Psicologi per i popoli, 9 ingegneri due dei quali liberi professionisti messi a disposizione dall'Ordine degli ingegneri del Trentino, ai quali si aggiungeranno in serata alcuni forestali destinati a coadiuvare il personale della Protezione civile nella gestione della tendopoli.
 
La presenza degli ingegneri, così come era avvenuto per il terremoto in Abruzzo, è naturalmente collegata alla necessità di effettuare le verifiche statiche sugli edifici rimasti lesionati dopo la prima scossa (dall'inizio dell'evento sono ben 170 le scosse registrate in Emilia), sia quelli di civile abitazione sia quelli industriali. 
 
A differenza del sisma de L'Aquila, il terremoto di sabato scorso ha interessato una pianura alluvionale, circostanza che ha determinato ed ancor più determinerà nei prossimi giorni il fenomeno, conosciuto dai geologi, della "liquefazione del terreno", per cui è prevedibile che possano insorgere ulteriori problemi di tipo statico sugli edifici tali da richiedere una intensa attività di verifica da parte dei tecnici.
 
Tutta l'attività, sia quella direttamente rivolta alla popolazione sia quella di supporto tecnico, è svolta in diretto collegamento con la Protezione civile nazionale (nella stessa mattinata di oggi si è tenuta una nuova videoconferenza tra la PC nazionale, le regioni Marche, Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Provincia autonoma di Trento che, ricordiamo, ha il coordinamento del Comitato paritetico Stato-Regioni-Enti locali in materia di protezione civile) e in stretto raccordo con il Comune di San Felice sul Panaro. 
 
"Per il momento - spiega il capo della Protezione civile trentina, Bertoldi - ci stiamo limitando a fornire l'assistenza che ci è stata richiesta, vale a dire la messa a disposizione di moduli soccorso persone (le tende) e di tecnici per effettuare le verifiche statiche sugli edifici. Siamo naturalmente pronti a rispondere ad altre eventuali richieste. Entro le prossime ore, quando in accordo con il Comune di San Felice sul Panaro saranno messe a punto le procedure per le ispezioni tecniche, inizieremo con le verifiche statiche".
 
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