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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La studentessa Tania Bailoni vince la borsa di studio di Google

È una studentessa dell’Università di Trento l’unica italiana vincitrice dell’ultima edizione della borsa di studio che Google, in collaborazione con EmployAbility, mette in palio ogni anno, a partire dal 2010, per gli studenti disabili

È una studentessa dell’Università di Trento l’unica italiana vincitrice dell’ultima edizione della “Google Europe Scholarship for Students with Disabilities”, la borsa di studio che Google, in collaborazione con EmployAbility, mette in palio ogni anno, a partire dal 2010, per gli studenti disabili delle università europee e israeliane. Per poter aspirare al riconoscimento, i partecipanti, oltre a vantare un percorso accademico particolarmente brillante, devono dimostrare capacità di leadership e passione per le scienze informatiche. Tra i dieci premiati nel 2015 figura Tania Bailoni, studentessa iscritta al corso di studio magistrale del Dipartimento di Ingegnerie e Scienze informatiche (DISI). Laureatasi in Informatica lo scorso ottobre, nello stesso Dipartimento, con una tesi dal titolo “Tecniche di progetto e pianificazione di wireless community networks” con la guida del professor Renato Lo Cigno, Tania Bailoni è la quarta italiana, in sei edizioni del concorso, ad aggiudicarsi la borsa di studio di 7mila euro offerta da Google. «E dire che l’idea di inviare la domanda è nata quasi per caso. È stata una mia ex professoressa del liceo – confessa Tania – a consigliarmi di provarci. Quando ho ricevuto la mail di congratulazioni da Google, quasi non ci credevo: per me è stata una sorpresa assoluta». Come tutti i partecipanti, Tania ha dovuto dapprima presentare il proprio curriculum; la seconda parte della competizione è consistita invece nella redazione di tre brevi saggi in lingua inglese in cui i candidati hanno dovuto illustrare i motivi che li avevano spinti ad impegnarsi nel campo dell’informatica, descrivere progetti e studi svolti in passato con eventuali prospettive di ricerca future e, infine, raccontare le proprie esperienze come leader di gruppi di lavoro. «Non è stato facile scrivere i saggi, soprattutto perché ci veniva richiesta una sintesi estrema: spiegare i motivi di scelte importanti in 600 parole si è rivelato complicato. Ma alla fine devo dire che è andata bene».

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