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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Oltrefersina / Via Mesiano

Il "suono" dei torrenti per studiare i ghiacciai

Grazie ai dati raccolti dalla stazione Acquased, ovvero il suono dei sedimenti sul fondo dei torrenti, si possono studiare gli effetti del cambiamento climatico sui ghiacciai. Ecco i risultati di una ricerca svolta dalle università di Trento e Bolzano con due aziende di ingegneria alpina

Il sedimento dei torrenti di alta quota "racconta" cosa sta succedendo ai ghiacciai delle Alpi: la ricerca è stata svolta dal progetto Aquased, formato da ricercatori della Libera Università di Bolzano, dell'Università di Trento e di due aziende del Tis Innovation Park, Cisa e Mountain-eering. I dati, raccolti anche grazie alla stazione di monitoraggio realizzata a Ponte Stelvio, descrivono un ritiro progressivo del ghiacciaio,  con il conseguente adattamento della morfologia dei corsi d'acqua.

«Il punto chiave è che in questo modo riusciamo a capire quanto è responsabile il ghiacciaio dell’erosione e del trasporto a valle dei sedimenti» spiega Francesco Comiti, professore dell'Università di Bolzano, intervistato dal Corriere della Sera (clicca qui per leggere l'intervista completa). Se l'obiettivo a lungo termine è conoscere meglio il cambiamento climatico che sta trasformando i ghiacciai, quello abreve termine è ridurre la pericolosità dei fiumi che scendono dai  massicci alpini: «Studiare il sedimento è la chiave per ridurre la pericolosità del fiume - prosegue Comiti, professore - il sedimento ha una grande rilevanza su come i fiumi e i torrenti vanno a modificarsi, è una componente chiave dell’ecosistema fluviale».

Un metodo che tra l'altro ha un bassissimo costo: si tratta di una piastra collocata sul fondo del fiume e di un sensore attraverso il quale si può ascoltare il "suono" dei detriti che si spostano nell'acqua. Più  il suono è acuto più piccoli saranno i sedimenti e viceversa.  «Ascoltando il torrente siamo in grado di estrapolare dati che oggi non sono disponibili, così da poter creare modelli matematici che ci aiuteranno a capire quali saranno gli effetti a lungo termine dello scioglimento glaciale e quindi quali strategie di adattamento elaborare» conclude Comiti.

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