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Cronaca

Sparatoria tra famiglie sinti in piazzale Zuffo: sei arresti dei carabinieri

Dopo aver inveito nei confronti di un'altra famiglia sinti che aveva parcheggiato il suo camper, il gruppo aveva esploso diversi colpi d’arma da fuoco utilizzando due armi distinte, senza considerare la presenza di numerose altre persone

Sei persone sono state arrestate dai carabinieri nell'ambito dell'operazione 'Full Dalton' per detenzione e porto abusivo di armi da fuoco e per l’uso delle stesse nel corso di una sparatoria avvenuta a Trento nella serata del 4 novembre 2018 presso il parcheggio dell’ex area Zuffo. Una settima persona, anch'essa indagata, non è stata invece ancora rintracciata. Nel corso di quella che inizialmente era sembrata una banale lite tra membri di una famiglia sinti, erano infatti stati esplosi alcuni colpi di arma da fuoco che fortunatamente non avevano raggiunto nessuno, nonostante la presenza di numerose persone nel parcheggio che avevano assistito, loro malgrado, ai fatti.  I carabinieri, subito inviati sul posto, avevano rivenuto alcuni bossoli di diverso tipo e da lì sono iniziate le indagini, che in soli due mesi - grazie alla raccolta di informazioni, testimonianze e alle intercettazioni telefoniche, rese di difficile intepretazione per la lingua sinti - hanno permesso di assicurare alla giustizia i presunti autori della sparatoria. Le indagini hanno subito una svolta decisiva grazie alle attività d’investigazione che l’Aliquota operativa dei carabinieri di Riva del Garda che stava già conducendo, per altre ragioni, facendo venire a galla le presunte responsabilità nell’episodio da parte di un gruppo familiare di origine sinti. 

I carabinieri hanno così ricostruito la scorribanda armata del gruppo, giunto in piazzale Zuffo a bordo di tre diversi veicoli. Dopo aver inveito nei confronti di un'altra famiglia sinti che aveva parcheggiato il suo camper, il gruppo aveva esploso diversi colpi d’ama da fuoco utilizzando due armi distinte, senza considerare la presenza di numerose altre persone estranee ai fatti che si trovavano nel parcheggio ed hanno quindi assistito alla scena dandosi alla fuga.  Da quanto ricostruito con l’attività di indagine dagli inquirenti, gli attriti tra i due gruppi familiari risalirebbero ad alcuni anni fa, a seguito di un analogo fatto sempre commesso con le armi e durante il quale un uomo venne ferito da un colpo di arma da fuoco. Anche in quell’occasione il colpevole venne individuato e poi condannato dal Tribunale di Trento ma da quel momento si sono susseguiti numerosi altri scontri tra i due nuclei, con liti ed offese, il tutto infine degenerato nell’episodio del 4 novembre.

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L’attività di indagine, condotta dalla Compagnia carabinieri di Riva del Garda e diretta dal sostituto procuratore Carmine Russo, è stata pienamente recepita dal gip, Marco La Ganga,  che, concordando con le risultanze investigative, ha emesso le ordinanze di custodia in carcere nei confronti di tutti gli indagati. Ma solo sei, come detto, sono stati trovati. Si tratta di Olimpio Gabrielli, di anni 30, Moreno Gabrielli di 35 anni e Oscar Gabrielli, 36 anni, arrestati presso il campo nomadi di Ravina di Trento. I carabinieri, grazie alla collaborazione dei colleghi delle Compagnie di Salò e Bressanone, hanno arrestato anche Franco Gabrielli, 47 anni, Joseph Gabrielli, 21 anni (fermato a Soiano del Lago, provincia di Brescia) e Moris Gabrielli, 33 anni, fermato invece a Bressanone. Durante i fermi sono stati sequestati 6 telefoni cellulari, 3 radio scanner, 1 disturbatore di frequenze del tipo Jummer, 1 maschera in plastica bianca, 1 passamontagna,  1 pistola scacciacani calibro 9 marca Olimpyc e 76 colpi a salve calibro 9x17. I sei arrestati sono stati associati in diverse case circondariali tra Trentino, Veneto e Lombardia, così come disposto dall’autorità giudiziaria.
 

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