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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Riva del Garda

Sequestro simulato per convincere la fidanzata a tornare in Campania

Il giovane si è autoinferto le lesioni, strappato il giubbotto, distrutto gli occhiali da vista e gettato nel fiume il cellulare per convincere la fidanzata che Trento è una città pericolosa, in cui non vivere

Era il 24 gennaio quando un giovane appena ventenne di origini campane che vive presso alcuni parenti a Dro, si è presentato negli uffici del nucleo operativo dei carabinieri di Riva Del Garda. Aveva denunciato che quella mattina, mentre si trovava a  Trento per il suo primo giorno di lavoro, tre sconosciuti, probabilmente albanesi, lo avevano sequestrato alla fermata dell'autobus. Un rapimento lampo - aveva raccontato il giovane - aggiungendo che i misteriosi rapitori stranieri l'avevano caricato a forza su un‘auto, portato in un luogo imprecisato lungo le rive dell’Adige, privato di cellulare e contanti e pestato senza alcun motivo apparente.

Il racconto non ha però convinto i militari che, insospettiti da diverse incongruenze emerse dalla testimonianza del ragazzo, lo hanno interrogato a più riprese, fino a quando la verità non è venuta a galla. Non esisteva il sequestro, non esisteva il pestaggio, né il furto, né i rapitori. E non esisteva nessun primo giorno di lavoro. Il giovane si era autoinferto le lesioni, strappato il giubbotto, distrutto gli occhiali da vista e gettato nel fiume il cellulare. 
 
Dopo aver scoperto la menzogna, il passo successivo per i carabinieri è stato scoprire cosa potesse aver spinto il ragazzo a mettere in piedi questa farsa. Droga? Debiti? Donne? Niente del genere, semplicemente il giovane ha inscenato tutto per mostrare alla sua fidanzata - che lo aveva seguito dalla Campania - una Trento poco sicura, un posto pericoloso in cui vivere  e convincerla a tornare a Napoli. Una storia d’amore tra un ragazzo e la sua terra d’origine che si è conclusa con una denuncia per simulazione di reato.
 
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