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Cronaca Ravina / Via della Croce

Il discorso di Rossi: "25 aprile senza retorica, la Storia non è uno stadio"

"Non abbiamo bisogno di simboli identitari, ma di una riflessione profonda su ciò che ci lega al 25 aprile" così il presidente Ugo Rossi nel discorso di stamattina ha presentato il protocollo triennale siglato con l'ANPI per percorsi di formazione rivolti non solo agli studenti, ma anche agli insegnanti

"Non abbiamo bisogno di simboli identitari, non proviamo in alcun modo nostalgia per le vecchie e nuove rivendicazioni nazionalistiche". Parla da autonomista il presidente della Provincia Ugo Rossi oggi, nel suo discorso per il 70° anniversario della Liberazione d'Italia. Liberazione che nel Trentino "annesso" al Terzo Reich dopo l'8 settembre fu un avvenimento ancor più sentito, ed oggi sicuramente più complesso.

Tira in ballo la storia tirolese ed austriaca, Ugo Rossi, dichiarando "inconcepibile  che i trentini non conoscano e non riconoscano le Opzioni del 1938/39 e le sofferenze della popolazione sudtirolese. E’ altrettanto grave che non si conosca la storia dell’Austria, il profilo del fascismo austriaco, l’Anschluss del 1938, così come, in Alto Adige come nel Tirolo, non si conoscano gli effetti dell’occupazione nazista in Trentino e le pagine straordinarie della storia della nostra Resistenza". Per leggere il discorso integrale clicca qui...

Con l'obiettivo di porre rimedio a queste lacune la Provincia ha oggi siglato un accordo con l'Associazione nazionale partigiani d'Italia, rappresentata dal presidente Sandro Schmid, che prevede percorsi di approfondimento sulla storia contemporanea indirizzati non solo agli studenti delle scuole provinciali, ma anche agli insegnanti.

L'Anpi metterà a disposizione tutto l'archivio storico e gestirà i percorsi di formazione, che prevedono anche progetti multimediali ed eventi. L'obiettivo è, come ha ricordato Rossi, quello di preservare la memoria, in modo da non trasformarla in un "campo da calcio dove opposte tifoserie si offendono reciprocamente. Non c'è bisogno di retorica, ma di riflessione aperta e profonda su ciò che ci lega a quella stagione". 

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