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La manovra / Alto Garda e Ledro

L'incendio, l'auto ribaltata e diverse persone da salvare: un'intensa giornata per i pompieri

Sei scenari suddivisi su tre località hanno visto gli undici Corpi del distretto dei vigili del fuoco volontari dell'Alto Garda e Ledro impegnati in una maxi manovra

L'incendio, l'auto ribaltata e diverse persone da salvare in contesti complessi e differenti. È quanto, in estrema sintesi, si sono trovati ad affrontare i vigili del fuoco volontari degli undici Corpi del distretto dell'Alto Garda e Ledro nella maxi manovra di esercitazione organizzata per domenica 22 gennaio. 

Manovra del Distretto dell'Alto Garda e Ledro, 22 gennaio

Gli scenari ideati sono stati sei suddivisi su tre località: la caserma di Riva del Garda, il centro per la protezione civile di Marco di Rovereto e Molina di Ledro, andando a toccare l'operatività che i vigili del fuoco potrebbero trovarsi a dover affrontare durante i propri servizi.

A Molina di Ledro è stato simulato un incendio all'interno di una stanza di una casa in demolizione. Qui i partecipanti hanno potuto toccare con mano il calore sprigionato dalla combustione e l'impossibilità di vedere data dal fumo sviluppato. Al termine di questa prova, i vigili del fuoco hanno proceduto con le classiche operazioni di spegnimento e di evacuazione dei fumi. 

Al centro per la protezione civile di Marco di Rovereto, grazie alle infrastrutture presenti, è stato simulato, in due diversi scenari, il recupero di una persona incosciente appesa a un traliccio e un'autovettura ribaltata in un fosso dal quale si doveva estrarre il guidatore utilizzando anche le pinze idrauliche.

All'interno della caserma dei vigili del fuoco di Riva del Garda sono stati simulati tre scenari:

  • il recupero di un operaio incosciente in una fossa che è stata segnalata come invasa da fumi non respirabili;
  • la tubazione del gas con una perdita che ha sviluppato un incendio;
  • il "percorso fumi", una stanza inondata di fumo dove era necessario muoversi in una gabbia dotata di separazioni e botole da attraversare.

Tutte queste manovre sono state ideate, spiegate e seguite dagli istruttori presenti nei vari corpi del distretto, dall'ispettore Marco Menegatti e dal neo vice ispettore Stefano Frizzi. Momenti come questo danno un'occasione per lo cambio di opinioni e di metodologie operative oltre che per conoscere meglio altre persone con la stessa vocazione e le attrezzature presenti sul territorio. Da molti anni capita infatti che più corpi collaborino sullo stesso intervento.

In queste manovra l'uso degli autoprotettori (le maschere collegate ad una bombola di aria respirabile, non di ossigeno, l'ha fatta da padrone. L'uso degli autoprotettori abbinato ai pesanti abbigliamenti anticendio e di protezione rendono più difficile l'intero intervento, perché affaticano maggiormente il vigile anche per il peso che deve sopportare un carico aggiuntivo di circa 30 chili. Senza considerare gli spazi angusti in cui i vigili, spesso, si devono muovere, o il calore che devono sopportare, per non dimenticare il fattore "stress".

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